mercoledì 28 gennaio 2015

La Nuova Terra



IN Scatola

Pochi giorni fa ho tenuto una conversazione interessante dove si analizzava in che condizione vive l'uomo odierno.
Mi è stato più volte ribattuto, rispetto al mio cammino interiore, che io reputo (in potenziale) alla portata di tutti, di come l'uomo di adesso non sia in grado di prendere nemmeno in considerazione l'idea di intraprenderlo.

Che periodo oscuro vive ora l'uomo se già a parole si oppone tanto alla sua “fioritura” interiore.

Pensate di quanti corpi è composto e di come si dia così tanta importanza ora a quello più “basso” (non inteso in maniera qualitativa), cioè al corpo fisico.
Proprio perché tanto esso si è evoluto, divenendo, come si suol dire, una "macchina perfetta", è stato portato all'altare come vitello d'oro.

Siamo costantemente bombardati di messaggi che portano l’uomo ad alimentare la fisicità e l’emotività (quella parte che nella Scienza dello Spirito viene chiamata corpo animico).
L’interesse politico, economico, fanno nascere nell’uomo bisogni sempre più immanenti, i quali possono venire soddisfatti solo da prodotti creati e confezionati apposta per trasformare i bisognosi in bisognosi consumatori.

La logica di mercato quindi procede in questo modo:
creo la sensazione di mancanza nell’uomo, da cui deriva il bisogno, e propongo la soluzione, dopo averlo bombardato di slogan che favoriscono un tipo di mentalità materialista.

L’uomo, sempre più indebolito spiritualmente sta perdendo la sua sovranità, svendendola per un così poco bottino! Per un appagamento spendibile nell’immediato che lascia dietro di sé una nuova richiesta, un nuovo bisogno, simile, se non accresciuto.

Salendo sull’altare di una discoteca multicolore, indossando il vestito più firmato, guidando la macchina più veloce, comprando la tecnologia più moderna, frequentando il corso di cucina più rinomato del martedì sera, si impasticca di necessità, pensando di essere re e conquistatore del suo mondo. 
Invece quanto è stato ridotto in schiavitù!

“Se consideriamo l’uomo nella sua interezza e non solo sulla base della percezione sensibile, scopriamo che è un’immagine dei regni circostanti.
L’uomo non ha solo forma, vita, sentimenti; oltre a questo egli è spirito autocosciente che si sperimenta come Io.”

Come può quindi l’uomo percorrere una strada spirituale, se è talmente inebetito emotivamente?
Per prima cosa deve riconoscere quale corpo sta alimentando, se quello delle sensazioni, passioni o spirituale, perché anche sui piani “sottili” è molto importante tenere in considerazione una dieta sana, che porta l’uomo a esprimere appieno le sue forze vitali!



sabato 24 gennaio 2015

La Nuova Terra: Di quanti corpi è costituita una pianta?

Di quanti corpi è costituita una pianta?


Prendiamo per assodato che l'uomo sia composto da più parti.
Facilmente si sente parlare di anima, spirito e fisico come se fossero entità a sè stanti.

Per poter approfondire ognuna d'esse dovremo dargli una definizione, tenendo presente che ogni parte, come gli organi di un corpo, è descrivibile singolarmente e al contempo è in stretta relazione l'una con l'altra.

Prendete un uomo che cammina nella folla.

Corpo Fisico: Se vi chiedo di descrivermi quanto è alto, che colore hanno i suoi capelli, vi sto chiedendo di parlarmi della sua parte fisica.
Corpo Eterico: Se vi domando quali tipi di energie mantengono in vita il suo corpo, lo supportano nel muoversi, nei suoi processi metabolici, vi sto chiedendo di parlarmi del suo corpo eterico.
Corpo Astrale: Se vi chiedo se è felice, triste, arrabbiato, quali tipi di emozioni, passioni sta provando, vi sto chiedendo di parlarmi del suo corpo animico.
L'Io: Infine, se vi pongo delle domande che riguardano la sua coscienza, la sua individualità, vi sto chiedendo di parlarmi del suo Io. Quella parte dell’individuo in cui si manifesta la sua componente spirituale.

Dopo aver definito in quattro corpi l'uomo, possiamo domandarci: Di quanti corpi è costituita una pianta?

Secondo la Scienza dello Spirito, le piante, a differenza dell’uomo, possiedono un corpo fisico e un corpo eterico. L'Io e il corpo astrale agiscono sulla pianta dall’esterno.
La pianta singola non ha in sé un Io, una coscienza che le permette di identificarsi come essere individuale.
l’Io è in questo caso comunitario, ovvero è presente un Io chiamato “di gruppo” per ogni specie vegetale.

Quindi vediamo in parallelo al mondo vegetale i corpi spiegati precedentemente:
Corpo Fisico: La parte fisica della pianta comprende le parti della stessa che noi possiamo percepire con i sensi (radici, stelo, foglia, fiore…).
La parte fisica si relaziona alla Terra.
Corpo Eterico: La parte eterica invece sostiene i suoi processi metabolici, linfatici, portando il vivente fino alla soglia della riproduzione (quando la pianta va a seme il suo ciclo vitale è giunto al termine).
La parte eterica si relaziona alla Luna.

(Piccola nota sulla Luna
Quanti di voi hanno sentito parlare dei “vecchi agricoltori” e della loro saggezza nel sapere quando seminare o potare rispetto le fasi lunari?
La Luna infatti influisce sulla crescita della pianta.
Per fare un esempio, durante la fase di Luna crescente non vengono eseguite le potature, perché i processi linfatici delle piante sono nella fase di maggiore attività.)

Il corpo fisico ed eterico portano forze opposte.
Uno verso la materialità (gravità) e uno verso la circolazione linfatica (levità).

Corpo Astrale: La parte astrale invece, legata alle influenze planetarie, supporta il fiore nei processi di fioritura e aromatizzazione.

Io di gruppo: Arriviamo quindi all’Io di gruppo.
L’abbiamo definito come il centro di coscienza della specie.
Diremo che tramite l’io di gruppo, il suo principio individuale di specie, la pianta diviene ponte di connessione con le sfere celesti che ne governano la manifestazione terrestre.
Nel momento in cui una pianta appartenente ad una specie evolve, tutte le altre piante legate al suo Io di gruppo risentono di questo cambiamento.

(Se volete approfondire a riguardo rivolgetevi ai testi di Rudolf Steiner ).

venerdì 23 gennaio 2015

La Nuova Terra



La via della Non Azione

La brina mattutina copre i campi friulani.
Come capelli incanutiti i fili d’erba si curvano sotto il suo peso. Il sole è tondo, freddo, orizzontale.
Gli alberi sono spogli, rivelano i nidi degli uccelli, rimasti segreti nelle chiome lungo tutta il periodo della fioritura.
Ora più che mai la Terra vive, come un risveglio spirituale, la sua primavera, mentre la parte fisica dorme, riposando sotto il gelido manto.

La Natura si rivolge verso l’Astro solare.
Una pianta che ha bisogno di luce infatti, si piega istintivamente verso il sole, senza compiere sforzi.
Il suo movimento è economico, e del tutto primo di calcoli, ma efficace.

Pratica in maniera perfetta la Via della Non Azione.

Le linee guida seguite nel praticare la Via della Non Azione sono:
-evitare l’azione che non sia spontanea;
-agire pienamente e abilmente solo in accordo con i bisogni attuali;
-essere vivaci quando è necessario, mai troppo accaniti o mai tesi;
-rifuggire l’azione artificiosamente calcolata e ogni attività che sorga da un motivo di profitto.

Essere quindi libero da ogni brama,
sforzo, ansia, paura intraprendendo qualsiasi azione necessaria fermandosi nel momento in cui il suo obiettivo è raggiunto.

“L’uomo spirituale più elevato vive nel Cielo sopra pur rimanendo nella Terra sotto.
Egli ha “lasciato” il mondo, eppure rimane in esso.
Ovunque vada, non giunge mai in un luogo che non soddisfi i suoi massimi desideri.



“Colui che pratica la via fa sempre meno ogni giorno, fa sempre meno e continua a fare sempre meno fin quando fa nulla, fa nulla eppure non vi è nulla che non sia fatto”.

giovedì 22 gennaio 2015

La Nuova Terra: Agricoltura Biodinamica VS Agricoltura Biologica



Agricoltura Biodinamica VS Agricoltura Biologica


Sulla dispensa Nove Incontri con l’agricoltura biodinamica si parla dell’agricoltura biodinamica confrontandola con quella, più conosciuta dai più, chiamata biologica.

Leggiamo:
Il biologico cerca di mantenere l’esistente, il biodinamico, se siamo riusciti a seguire il pensiero, crea nuova vita o perlomeno permette lo sviluppo, la manifestazione di questa nuova vita.”

L’agricoltura biodinamica, come quella omeodinamica praticata qui alla Nuova Terra, nasce dal bisogno di far fronte al crescente apporto chimico che l’agricoltura ha subito nel corso degli ultimi anni.
A questi problemi si aggiungono le problematiche ambientali, disastri nucleari, perdite radioattive, e altre brutte compagnie.

Davanti ai problemi che ci si parano davanti seguiamo spesso una logica razionale.
Siamo abituati a ragionare secondo il 2+2=4, dove ogni fattore viene pensato accanto all'altro.

Davanti ai problemi, come la perdita di valore nutrizionale delle piante e il loro indebolimento provocato dalla nuova industria, gli agricoltori biodinamici propongono un nuovo tipo di mentalità, orientata verso la conseguenzialità.
Secondo la logica conseguenziale, ogni fattore è figlio dell'altro, permettendoci di risalire alla radice del problema.

Dalla materia al piano immanifesto
In questa indagine si parte dalla materia, la parte fisica della pianta;
Riconosciamo la pianta figlia della sostanza (es. ferro, calcio, silicio ecc.);
La sostanza è figlia dei processi (maturazione, crescita, scambi tra le membrane...);
I processi sono figli di alcune parti più “sottili” chiamati elementi (Terra, Aria, Acqua…).
Facciamo lo stesso viaggio partendo da qui, il piano immanifesto (piano non tangibile) degli elementi passando agli eteri.

Dal piano immanifesto alla materia
Dagli eteri discendiamo nuovamente alle forze plasmatrici loro figlie (possibilità di creare forme), da queste alle forme (ciò che fisicamente si può sperimentare con i nostri sensi), torniamo infine alla materia (unione tra forma e sostanza).

(Che cosa intendiamo per Forma?
Possiamo definire la forma prendendo in esempio la creazione di una scultura.
Quando scolpisco la forma rimane nello stampo e la mia scultura è la visione della forma in positivo.
Se la scultura viene distrutta la forma rimane ancora anche se non più “incarnata” nel materiale.
Noi vediamo la materia, mentre le forme le riconosciamo.)

Accenno ai preparati biodinamici
Diamo un’ulteriore spunto parlando dei preparati, uno dei cardini dell'agricoltura biodinamica.
“L’agricoltura biodinamica non è un biologico che usa i preparati, ma è lo sforzo dell’uomo di ricollegarsi con la sua matrice spirituale, quindi di ricominciare a lavorare la terra avendo dentro di sé un patrimonio di conoscenze che erano le più alte dell’umanità.”

I preparati (tra i più famosi cito il 500 e i 501) sono composti da sostanze naturali, anche se non vengono definiti come cose “naturali".
Possiamo definire il preparato come una sintesi che fa l’uomo con la sua saggezza […] per muovere i processi di risalita, quei processi che “rimettono in moto” il collegamento perduto dell’antica agricoltura: il suo rapporto tra Terra e Cielo.