venerdì 31 ottobre 2014

Le spinose

Smantellare l'Ego

Viaggiando e incontrando nuove visioni, tecniche, approcci alle parti pratiche e spirituali della vita, mi accorgo quanto il mio ego pone voce in capitolo chiedendo molte attenzioni, vole do la ragione tutta dalla sua parte.

Nel libro di Deepak Chopra c'è un passo dove viene definito l'ego, organizzato in tre livelli:

-energia: quando un'esperienza (memoria, emozioni, sensazioni) resta ferma nella tua testa ne stai trattenendo l'energia.
Si libera in molti modi: attraverso sogni, visioni interiori, immaginazione, rilascio emozionale, richiamo profondo, confessione, preghiera, riscatto, meditazione, ecc. ;

-convinzione: quando smetti di difendere il comportamento delle tue convinzioni esse diventano meno collose. Riottieni la libertà di pensare e credere in un nuovo modo;

-struttura: la tua struttura forma il tuo Io, la visione della vita, la tua identità.  Senza di essa non avresti identità, saresti come una nuvola senza centri.  Quello che può fare con essa è essere testimone.

In quel mondo di osservazione non giudicante riduci l'Io ai suoi principi base, stai sulla soglia dove la persona incontra l'anima. 
 

giovedì 30 ottobre 2014

Le spinose: Questa grande bellezza

Questa grande bellezza


Dell'alto, sulla collina dove gli ulivi si preparano al sonno invernale, l'orto de Le Spinose si rivela nella sua bellezza geometrica.
Un ettaro di filari alternati, di colori di verde che sfumano in tinte di giallo-sole, marrone-terra,  verde-foresta. 

Alcune strisce di rosso-magenta, di cui è signore il radicchio tondo, spezzano questa pennellata quieta dando all occhio una virgola d'eccitazione pittorica.
Ritornano in mente le parole di Fukuoka:

"Essere qua e occuparsi con passione di un piccolo campo, in pieno possesso della libertá e pienezza di ogni giorno, quotidianamente. Questa deve essere la via originaria dell'agricoltura".

Pensate al distese industriali di ortaggi e frutteti, sottoposti annualmente a vari trattamenti chimici per rispondere alla richiesta dei consumatori di un prodotto gradevole da guardare, tirato a lucido, pompato di sostanze come un palestrato pieno di estrogeni che sfila sulle passerelle in slip attillati.

Chi ha creato nel consumatore questa domanda?
Cosa è cambiato, chi vi ha dato il potere del desiderio, chiamandolo libero, per poi scoprire dietro le coltri infiniti condizionamenti, raggiri, inganni. 
Chi vi ha fatto desiderare la mela pompata e lucidata?
Chi ora cavalca l'onda della moda biologica e vi porta affamati e desiderosi in quei negozi tirati a lucido dove ogni ortaggio assume il fascino del "rustico" pagato a peso d'oro?

Cosa vuol dire...Naturale?

Riempirsi gli occhi d'arte davanti ad un ettaro d'orto così amorevolmente coltivato, curato, docilmente piegato al bisogno umano, segna una tappa (che io reputo ancora intermedia) necessaria per il cambiamento del rapporto, ora così deviato, tra Uomo e Natura. 

Le mele non sono tutte avvelenate. 

mercoledì 29 ottobre 2014

Le spinose

Nell'orto

Togliere i pali ai pomodori, diserbare tra le file di insalata, sentire il vento fresco della mattina che quando si quieta lascia il posto ad un sole autunnale, caldo ancora nel cuore della giornata.
A tagliare, strappare, zappare, i vestiti si bucano, si ricuciono, si sporcano, si pretrattano lavandoli ad alte temperature, diventano la testimonianza di un cammino.
Indossare i vestiti da lavoro dona lo stesso piacere dell'usare, finalmente, il prezioso ciottoli della credenza. 

Potete sporcarsi, macchinarvi, sedervi sull'erba senza ripensamenti.
Le  vostre mani e le vostre gambe si allungano, non hanno paura di sperimentare.
Andare in città vestiti coi pantaloni dalle ginocchia inerbite, i rattoppi cuciti alla belle meglio, sentirsi in qualche modo diversi, forse un po' fuori luogo..

O è il luogo ad essere "fuori"? 
Com'è vero che nel percorso umano si è passato dal" portare un abito" all"essere portati dall'abito". 
Così, se avrete una conversazione al supermercato, parlerete con una divisa da cassiera, se prenderete appuntamento da una parrucchiera parlerete con i suoi capelli, il nostro abito vi precederà ovunque.
Comunicando per noi, anticipando le nostre frasi, presentandosi diretto, a volte cordiale, a volte sgarbato, a volte con un'odorino vivace addosso di pomodori troppo maturi.

martedì 28 ottobre 2014

Le spinose

Il sovescio

Dopo aver disebato qualche fila di insalate e ripulito la serra dalle ultime piante di pomodoro, dedichiamo qualche ora pomeridiana al sovescio.

Il sovescio consiste nel seminare un pezzo di terra, prima di coltivarlo o dopo averlo coltivato, con specie (in questo caso Rucola,  Grano saraceno,  Trifoglio, RavanelloFacelia) che

-nutrono il terreno portando nuova sostanza utile all'attività microbica;
-lo arieggiano,  quando si scelgono culture da sovescio con radici profonde o fittonanti che contrastano il compattamento del terreno;
-fissano l'azoto, quando si scelgono colture da sovescio come le leguminose;

Grazie alla fresa miracolo il lavoro riesce facile.
Togliamo gocciolatoi e le numerose radici di gramigna, Puphu passa con la fresa mentre sistemiamo la terra portandola ad un unico livello. 

Pronta per la semina!

Per trenta metri di serra usiamo 2 chili di semi misti.
Dopo aver fatto esperienza di vangatura a mano ora posso capire perché una macchina del genere venga chiamata "miracolo".

Puphu e Choki raccontano come hanno disboscato a mano il terreno, pieno di rovi,  dove ora sono state costruite le due serre, una del 2012 e l'altra dell'anno successivo.
È certamente una salvezza l'uso delle macchine se si conta unicamente il fattore tempo.
 
Quello che la fresa ha fatto oggi in pochi minuti quattro uomini lo otterrebbero in due giorni di lavoro o forse più.

Però..che soddisfazione arrivare a sera con la consapevolezza di aver lavorato sulle proprie forze o grazie ad un lavoro di squadra ben governato ( privilegio di terreni di piccole dimensioni). 

lunedì 27 ottobre 2014

Le spinose

Primo giorno alle Spinose

Arriviamo a sera.
Il primo incontro con gli abitanti de Le Spinose è  curioso.

I ragazzi nepalesi parlano l'italiano meglio di me, mentre con i genitori il dialogo si fa più difficile. Le frasi sono abbozzate tra meravigliosi sorrisi e qualche frase sospesa.
Prima di cena sistemiamo la verdura che verrà venduta a vari clienti il giorno dopo.

Antonella per quattro volte a settimana si sposta a Roma dove porta il generoso raccolto prodotto da un ettaro d'orto.
La proprietà si estende per 22 ettari, coltivati a cereali, ortaggi, vigna, uliveto e qualche altro albero da frutto.

Prima di acquistarla il terreno non era coltivato,  la terra pare dura e difficile da coltivare,  anche se i preparati biodinamici dati in questi ultimi anni hanno dato i loro frutti.
È il primo anno per l'orto. 

Prima vi si coltivava,  nello stesso ettaro di terra, erba medica prima e successivamente culture di cereali

Dopo essermi arrampicata sugli alberi a raccogliere i cachi,  passiamo la giornata ad innaffiare una parte dell'orto che in questo periodo sta soffrendo per la mancanza di piogge. 

Mentre abbeveriamo le piantine osservo la disposizione geometrica precisa e pensata delle filari disposte in collina,  coltivate da Pupu e Ciocchi (scrivo solo la pronuncia) che di orto se ne intendono.
Precedentemente lavoravano la loro terra in Nepal. 

Pupu abitava a 7.000 mal dove l'aria è più  rarefatta e l'inverno porta la neve. 

Nonostante le temperature rigide ha trovato più difficoltà  a sopportare il freddo umido di queste parti.

Il cielo si copre di nuvole sopra le culture: file di broccoli, cicoria e bieta, insalate, cipolle, seminativi di spinaci e fave, finocchi, l'ultimo rimasuglio di pomodorini e zucchine.

domenica 26 ottobre 2014

La fattoria biodinamica

Arrivederci alla Fattoria biodinamica

Ultimo giorno da Annapia, si fanno le valigie, si assapora ancora un giorno di sole.
La mattina d'ottobre è fresca,  il vento quieto.

Cambiare realtà. Da un'azienda ad un'altra, come suggerisce Marco Aurelio:

"prendere senza illusioni,  lasciare senza difficoltá".

Prossima tappa: le Spinose a Magliano Sabina. 

La proprietaria Antonella Deledda porta avanti dal 2004 l'azienda insieme a una famiglia di sherpa nepalesi, conosciuti in Nepal in uno dei suoi numerosi viaggi all'estero. 

Pronti per un ulteriore tappa INNatura. 

sabato 25 ottobre 2014

La fattoria biodinamica

Sperimentare l'unità 

Proseguendo il discorso del precedente post, mi avvicino al quesito dell'unità con una domanda.. e tante risposte. 

"come avvicinarci ad un'unità,  come la mente può sperimentare l'interezza?"

Questi sono gli elementi che ti rivelano il percorso:

1. Sapere che sei in procinto di identificarti con il tuo punto di vista sul mondo,  in ogni fase della tua crescita personale;
2. Accettare che queste identificazioni sono temporanee. Tu non sei mai veramente te stesso finché non raggiungi l'unità;
3. Desiderare di voler cambiare identità ogni giorno. Assumere un'attitudine flessibile. Non difendere un io che sai essere soltanto temporaneo;
4. Permettere alla tua abilità di osservare quietamente senza giudizio per rimpiazzare le idee inverterate verso cui ti orienti automaticamente.
5. Quando hai l'impulso di lottare, usalo come un'immediata segnale di lasciar perdere.  Apri uno spazio affinchè una nuova risposta si sviluppi per conto tuo.
6. Quando non puoi lasciare perdere perdonati e vai avanti.
7. Usa ogni opportunità per dire a te stesso che tutti i punti di vista sono validi, ogni esperienza
ha un valore, ogni visione interiore è un momento di libertà. 


La fattoria biodinamica

La proiezione

Riporto alcune considerazioni tratte da un libro di Deepak Chopra riguardo il nostro potere di creazione tramite l'uso della proiezione.
Di per sé gli eventi sono senza significato finché noi non gli attribuiamo un valore.
Nell'aspetto "positivo" della questione tendiamo a proiettare su una persona,  per esempio quando siamo innamorati, la nostra idea di perfezione.

Nell'aspetto "negativo" invece, tendiamo a non accettare le nostre emozioni negative proiettandole sugli altri.
Generalmente noi reagiamo all'informazione (per lo più preconfezionata) così rapidamente che perdiamo di vista il potete che esercitiamo come creatori.
 
Quali sono quindi gli ingredienti della proiezione? 
-simbolismo: la nostra proiezione deve sostituire qualcosa di più significativo;

-desiderio: la nostra proiezione deve soddisfare un desiderio o bisogno che non può essere soddisfatto;

-fantasia: la nostra proiezione deve operare nel reame dove le costrizioni fisiche non creano impedimenti;

-miti e archetipi: la nostra proiezione deve contenere un significato universale;

-idealismo: la nostra proiezione deve connetterci ai valori più elevati.

Quando assumiamo il potete di Creatori?
Solo nell'unità di tre ruoli che occupiamo:

-osservatore: essere colui che guarda gli eventi;
-il processo: essere il processo della proiezione;
-la cosa proiettata: essere l'oggetto stesso della nostra osservazione;

Per intenderci:

Quando osserviamo una rosa, diventeremo Creatori nel momento in cui si creerà unità tra l'essere l'osservatore della rosa, essere la rosa stessa e contemporaneamente il processo della mia osservazione. 
Quando creeremo nel mondo materiale influenzeranno così ogni livello di coscienza.


venerdì 24 ottobre 2014

La fattoria biodinamica

Lezioni di piano

Ieri sera siamo andati ad un concerto di pianoforte tenuto a Viterbo dalla pianista russa Svetlana Pekarskaya, amica di Annapia e appassionata artista che dello strumento ha nobilitato l'anima.

Ha iniziato a familiarizzare con i tasti fin da giovanissima e il suo lungo percorso,  che l'ha vista trasferirsi da Gerusalemme a Cambridge, da Boston all'Europa,  esibendosi in diverse formazioni cameratistiche, l'ha portata di passaggio in quel paese del Lazio che è Viterbo.

Il programma inizia con una Sonata in Mi maggiore e Re maggiore di Scarlatti, per proseguire con tre pezzi di Mozart, Beethoven e chiudendo in bellezza con Chopin.

Chiudendo gli occhi lascio che il suono sia l'unica esperienza sensoriale. 

Ogni qual'era cosa tace, la vista si rivolge all'interno e il suono stesso diventa una sottile vetrata.
I suoni limpidi,  la luce li colpisce rifrangendosi in note luminose

La sala contempla lo spettacolo, i volti illuminati, le labbra appese e sospese dal tocco che tintinnando felicemente pare una delicata pioggia estiva.

Nutriti come i prati verde vivo, irrorati di Sublime, usciamo dalla sala come girasoli, aperti verso l'est.

giovedì 23 ottobre 2014

La Fattoria biodinamica

I saggi dell'antichità
 
Dal libro  del Taoismo "Taoismo, la ricerca  dell'immortalità"  di John Blofeld riporto le caratteristiche di chi veniva considerato un uomo saggio

-profondi: nessuno poteva sondare la loro mente;
-cauti: si muovevano come uomini che guardano il fiume;
-umili: si ritiravano come se provassimo vergogna davanti a tutto ciò  che li circondava;
-rispettosi: la loro condotta era rispettosa verso tutto,  come verso ospiti onorati;
-adattamento: come il ghiaccio che si scioglie davanti al fuoco;
-semplici: privi di artefici come il legno grezzo.
Cosa contraddistingue un uomo posato sè stesso da uno errante?

mercoledì 22 ottobre 2014

La fattoria biodinamica


La raccolta delle olive

le olive
Quest’anno un mormorio continuo sulle sventure del tempo passa sulla bocca di ogni agricoltore.
Gli uliveti, come le vigne, i pomodori e altre colture come il basilico, che abbisognano di molto sole e poca umidità, sono stati messi a dura prova dalle piogge continue e dagli sbalzi di temperatura.

La sessantina di uliveti di Annapia erano stati recuperati, al tempo dell’acquisto del terreno, in pessime condizioni e hanno subito negli ultimi anni decise potature.
l'olio riversato
Anche loro hanno dato segnali di emergenza precoci così si è dovuta organizzare in velocità una squadra di raccoglitori che in una giornata, grazie ai pettini  elettrici, hanno raccolto tutto il raccoglibile.

La sera stessa abbiamo portato i cinque quintali ca. di olive al frantoio viterbese “Il Paradosso”.
Mario  lo dirige insieme al figlio (che si cura della parte amministrativa) e la moglie.
I suoi dipendenti indaffarati intorno ai macchinari, sono immersi in un’aria pregna dell’odore intenso dell’olio.

olive
Le olive vengono separate dalle foglie, arrivano alla macina che le frantuma in una poltiglia distribuita su un disco di fibra sintetica chiamato fiscola.

Le fiscole, pressate l’una sull’altra, fanno scolare il liquido composto da una parte d’olio e una d’acqua; parti che, grazie ad una centrifuga, vengono successivamente divise.

L’olio è riposto poi negli ziri, contenitori di metallo adatti allo scopo.

Mario con il suo entusiasmo viscerale, quasi fosse un vaso pure lui, traboccante d’olio profumato, ci porta a vedere come si faceva l’olio prima della venuta dell’elettricità.

Con la luce della giovinezza negli occhi, ci indica la macina, azionata da forza animale, le presse e le fiscole realizzate a mano con fibra di cocco (Mario è uno degli ultimi contadini che sa ancora come costruirne una), gli strumenti per costruire le corde di canapa e le foto della famiglia che da generazioni si occupa della terra.

il vecchio frantoio
Ci porta nelle grotte, dove in tempi di guerra si rifugiava insieme ai suoi cari durante i raid aerei.
L’umidità e il freddo è intenso, la pietra pare viva o malinconicamente riservata nei suoi ricordi, antica e severa, ora custodisce qualche artefatto di guerra, bossoli, maschere anti-gas, taniche tedesce e americane.

In Mario si rincarnano, come scontrandosi tra loro, le due parti di passato e moderno, olio e acqua, che non mischiandosi mai, tendono alla legge di gravità, portando poi a far passare l’acqua sul fondo, mentre un brivido d’olio caldo scorre in superficie zampillando felice sul suo cuore contadino.

martedì 21 ottobre 2014

La fattoria biodinamica


Andiamo a lavorar

Il clima è mite. L’autunno è delizioso nel suo passaggio di stagione.
Alla mattina, quando il fresco della sera rimane appoggiato sui vestiti, è ancora piacevole pensare che durante la giornata il sole tardivo scalderà le ossa e la schiena.

la verdurina
Grossi lavori non ci sono ancora da fare, quindi in questi giorni si sono affrontate la potatura della siepe e il riordino della zona pollaio per la raccolta delle olive,  la preparazione e la vendita dei prodotti e l’accoglienza dei clienti, che vengono a comprare direttamente nell’azienda.

Un’attenzione particolare è stata data alla cucina, dove il forno ci ha regalato dolci di ogni tipo, biscotti al cioccolato, varie torte e crostate, pane integrale con sperimentazione di farine diverse.

Grazie all’incontro con Vittorio alla Fattoria dell’Autosufficienza, cuoco vegano che ha diretto le operazioni in cucina per tutta la durata del corso di permacultura, ho acquistato abbastanza fiducia per andare ad occhio sulle proporzioni e usare meno grassi di origine animale.

Difficilemente passano sotto le mie mani burro e latte (che sostituisco con olio e succo di frutta) e se scelgo di mettere delle uova  o yogurt preferisco che provengano dall’azienda dove lavoro (in questo caso posso dirmi fortunata visto che Annapia gestisce un caseificio).

i dolci

Tra i prodotti per la vendita sono stati imbottigliati sughi (pomodorini ciliegini in salsa) e marmellate (susine e mele cotogne).

I vasetti vengono prima sterilizzati, poi riempiti del prodotto e rispediti in forno nuovamente per garantire la conservabilità.

Cercando una ricetta nel web ho provato a cucinare i pomodori verdi, avanzati dalle vecchie piante dopo la ripulitura di una parte della serra.

Vi lascio la ricetta:

marmellata di pomodori verdi!
Ingredienti:
-3 kg di pomodori (peso dopo averli tagliati e svuotati)
-1 e 1\2 limoni
-900 g di zucchero

Sciacquate i pomodori e tagliateli a metà levando i semini interni.
Cospargeteli di zucchero (io ho usato quello di canna) dopo averli pesati e cospargeteli di succo di limone.

Lasciate a riposare i pomodori per una notte.

Portate i pomodori a ebollizione avendo cura di girare la composta e levare con una schiumarola tutta la schiuma che affiora in superficie e fate bollire per un’ora fino a che la composta non avrà assunto la consistenza giusta.
Intanto potete  sterilizzare i vasetti (in forno o tramite bollitura).
Togliete i vasetti dal forno o dalla pentola e riempiteli con la composta ancora calda.

Rivoltate i vasetti a testa in giù per garantire il sottovuoto.

Ed ecco fatto! Buon appetito!

lunedì 20 ottobre 2014

La fattoria biodinamica: La fattoria biodinamica


La fattoria biodinamica

la fattoria biodinamica
Nuova partenza, vecchia meta.
L’autunno alle porte, l’inverno che verrà.

Sono di nuovo in viaggio INNatura, sempre tramite l’associazione wwoof (vedi la pagina del progetto), un portale che mette in contatto i proprietari di realtà agricole, gli host, e chi vuole fare un’esperienza di volontariato (vitto e alloggio in cambio di lavoro e apprendimento).

Se siete curiosi di cosa si tratta date un’occhiata al loro sito.

le serre

La prima tappa di questo viaggio è conosciuta.
Avevo già  visitato la fattoria biodinamica a Giugno, rimanendoci solo pochi giorni, ma lasciando la promessa di tornarci per salutare la proprietaria Annapia e coltivare maggiormente lo studio sull’agricoltura biodinamica.

La sua azienda si occupa principalmente di trasformazione dei prodotti.
Il suo caseificio è completo di macchinari e celle frigorifere.
Annapia vi spiegherà in maniera molto amabile come si crea il formaggio partendo dal latte.

Ci sono anche due serre e una porzione di orto all'aperto dove imparerete le prime basi dell'agricoltura biodinamica.


L'agricoltura biodinamica
Questo approccio alla terra nasce dagli studi di Rudolf Steiner, un uomo che ha spaziato in molti campi umani indagando nella profondità dell'essere.
Riguardo la biodinamica però rimangono solo pochi scritti.
E’ una pratica che ha guadagnato l’attenzione e la "fede", oserei dire, di chi si è affidato alle sue braccia.

Oltrettutto, a detta di alcune realtà la biodinamica si presta maggiormente ad essere applicata su larga scala rispetto ad altri possibili approcci alternativi all'agricoltura.


Principi base
Tra i principi base troviamo il ripristino della fertilità della terra.
Non si usano concimi chimici di ogni sorta, neanche quelli ammessi nell’agricoltura biologica.
Tramite i preparati e un'importante apporto di consapevolezza dell'agricoltore si pongono le basi per la trasformazione della terra.

Ben viene esposta dall’esperienza di Carlo Noro, agricoltore biodinamico del Lazio, nelle sue lezioni tenute a Boccea, dove parla della lavorazione del corno letame, dei preparati, della dinamizzazione e del “magnifico lavoro della terra che lavora gratis per noi”.

Ma se volete andare alle origini, prendete in mano i testi di Rudolf Steiner.
All'inizio potranno scoraggiare a causa di un linguaggio "misterioso" per chi non ha mai affrontato la scienza dello spirito, ma la sua lettura lascerà un seme che a suo tempo sboccerà.

le terme
 

mercoledì 1 ottobre 2014

Stop Famigliare

Ricapitolando

Il gradevole stop famigliare, con parenti generosi con cui condividi quotidianità e racconti “intorno al fuoco”, fa riportare nei piatti tutti le esperienze, ora ricordi, di questi ultimi mesi.

Il periodo estivo è giunto al termine!
Vi faccio un piccolo riassunto, che può dare un’idea del percorso intrapreso fino ad adesso.

Geraint e io
Composizione: Uliveto, due orti personali e uno cittadino, agricoltura naturale
Ricordi: le doppie, triple domande per ricordarmi come si chiama un fiore, il profumo del caffè macinato la mattina, il muschio ai piedi della doccia, la raccolta dei capperi, arrampicarsi sugli ulivi per scacchiarli, le suonate della banda, le piante grasse nell’orto con le fragole e il banano;

con Marcello
Composizione: allevamento di 13 capre, piccolo orto sinergico e frutteto, agricoltura naturale
Ricordi: la colazione con la crema alle nocciole fatta in casa, la ricotta di capra e il miele sopra le piadine calde, le spalate e carriolate di letame su per la collina e il vino di auto-produzione aperto per festeggiare l’ultima carriola, il tormento dei pappataci, la spulciatura delle zecche da Zighe, nutrire il capretto Dolcenera con il biberon, cucinare con poco e mangiare di gusto, le barzellette sui pecorari, fare il formaggio con pentolone e rametto di sambuco, ballare la mazurca e altri balli tradizionali, bagnarsi completamente sotto la pioggia estiva;

Composizione: caseifico, orto e serra biodinamica, piccolo frutteto e uliveto
Ricordi: la grande generosità, ospitalità e dolcezza di Annapia, la sua azienda che diventava “nostra” come ama dire, le ore di riposo con la schiena sul prato a guardare gli alberi, la creazione di nuovi formaggi, la cucina iper-accessoriata con il frigo a chiusura “ermetica”, il suo voler comunque lavare i piatti nonostante la stanchezza, la raccolta del tiglio, la scoperta della biodinamica, cinque uova di struzzo sul caminetto;

Composizione: orto e uliveto biodinamico, piccolo frutteto
Ricordi: la grossa opera di vangatura, estirpare infestanti, Caspar il cane di 16 anni, vedere l’alba mentre passeggio tra i campi, camminare scalza, il bagno nella sorgente, la casetta di legno dove dormivamo che sapeva di montagna, l’aria tersa senza zanzare piena di un’energia particolare, il peperoncino sul naso, le minestre alla sera, la lettura di Steiner;

Composizione: progetto di permacultura su 7 ettari di terreno
Ricordi: le more a luglio, il bel vocione di Luca quando chiama le sue tre cagne, veder spuntare le prime zucchine con l’orto avviato (un po’ in ritardo),  le punture delle api e gli sciami di tafani, i bagni alle acque termali, la bellezza del fiume Albenga, “tanti auguri” suonato dalla figlia con il corno inglese, il pane fatto in casa, la falciatura del grano, le scorrazzate sulla jeep, sentire ruggire la tigre della riserva vicina mentre lavori al campo;

Composizione: agriturismo e agri-campeggio, orto sinergico
Ricordi: le visite a Merigar, i bellissimi discorsi che spaziavano a 360° dal cibo alla profondità dell’anima, il suo sorriso aperto e un po’ malinconico, le notti in tenda con il picchiettare della pioggia e il ruscello vicino, il bagno notturno alle terme, l’amico francese che condisce ogni cosa con il burro, la preparazione del sale aromatizzato, le serate con i film d’essai;

Composizione: grosso progetto in permacultura, 3 orti sinergici, 1 orto tradizionale
Ricordi: l’incontro euforico ed entusiasmante con i corsisti del corso di permacultura, lo spadellare in cucina con Vittorio e i piatti vegani, i buffet abbondanti, la raccolta delle erbe spontanee, la rifinitura dei bancali delle aromatiche, la raccolta delle fragole, seminare le culture invernali con i piedi scalzi sulla terra, scarrozzare con il quad, walt whitman, il pane fatto in casa e le pizzate, le serate intorno al falò, dormire in tenda con il gallo che canta di notte, arrampicare, arrampicare, arrampicare, arrampicare, arrampicare;

con Tatiana, wwoofer austriaca
Azienda: Che Passo! di Roberto Manzone
Composizione: associazione di accoglienza pellegrini nel cammino di San Francesco
Ricordi: la raccolta dei fichi e delle mele, la problematica costruzione della serra, l’accoglienza dei pellegrini, il coro dei bavaresi in chiesa, Luigi che racconta di suo figlio,  la precisione e la simpatia della wwoofer austriaca,  le chiacchierate con Sandro e Cristina, l’elettricità delle bimbe, “quando dici schifoso una fatina muore”, la gentilezza e la cura delle persone che mi hanno assistito durante il mio forte mal di schiena;

Azienda: Casa Melissa di Monica e Flavio Faccio
Composizione: fattoria sociale, autosufficienza alimentare, animali da cortile
Ricordi: raccolta dei ceci, dormire sotto le stelle, le chiacchierate in stalla, lavorare con il feltro, i canti prima dei pasti, schiacchiare i legumi ballandoci sopra, le colazioni con il formaggio dell'azienda e il pane fatto in casa, l'intaglio artistico su legno, alla ricerca di funghi nel bosco, cosa vuol dire essere autosufficienti;  





E questo è solo una pennellata degli innumerevoli ricordi conservati tra uno zaino in spalla e una tenda ben piantata.

Un grazie a tutti loro e ai parenti che ci hanno ospitato negli inframezzi tra una azienda e l’altra!

Voglio, tra queste righe, lanciare un messaggio, se non vi è ancora arrivato.

Se progettate di viaggiare e forse non vi sentite ancora pronti, lavorate sodo su di voi per potervi liberare e prendete lo slancio, con un piccolo shock e una grande spinta direzionati verso il vostro cammino.

La strada è lunga ancora prima di mettersi in marcia, ma superato il primo passo si risveglia la saggezza del vostro corpo.

Lui sa dove andare, fatevi guidare!