mercoledì 22 ottobre 2014

La fattoria biodinamica


La raccolta delle olive

le olive
Quest’anno un mormorio continuo sulle sventure del tempo passa sulla bocca di ogni agricoltore.
Gli uliveti, come le vigne, i pomodori e altre colture come il basilico, che abbisognano di molto sole e poca umidità, sono stati messi a dura prova dalle piogge continue e dagli sbalzi di temperatura.

La sessantina di uliveti di Annapia erano stati recuperati, al tempo dell’acquisto del terreno, in pessime condizioni e hanno subito negli ultimi anni decise potature.
l'olio riversato
Anche loro hanno dato segnali di emergenza precoci così si è dovuta organizzare in velocità una squadra di raccoglitori che in una giornata, grazie ai pettini  elettrici, hanno raccolto tutto il raccoglibile.

La sera stessa abbiamo portato i cinque quintali ca. di olive al frantoio viterbese “Il Paradosso”.
Mario  lo dirige insieme al figlio (che si cura della parte amministrativa) e la moglie.
I suoi dipendenti indaffarati intorno ai macchinari, sono immersi in un’aria pregna dell’odore intenso dell’olio.

olive
Le olive vengono separate dalle foglie, arrivano alla macina che le frantuma in una poltiglia distribuita su un disco di fibra sintetica chiamato fiscola.

Le fiscole, pressate l’una sull’altra, fanno scolare il liquido composto da una parte d’olio e una d’acqua; parti che, grazie ad una centrifuga, vengono successivamente divise.

L’olio è riposto poi negli ziri, contenitori di metallo adatti allo scopo.

Mario con il suo entusiasmo viscerale, quasi fosse un vaso pure lui, traboccante d’olio profumato, ci porta a vedere come si faceva l’olio prima della venuta dell’elettricità.

Con la luce della giovinezza negli occhi, ci indica la macina, azionata da forza animale, le presse e le fiscole realizzate a mano con fibra di cocco (Mario è uno degli ultimi contadini che sa ancora come costruirne una), gli strumenti per costruire le corde di canapa e le foto della famiglia che da generazioni si occupa della terra.

il vecchio frantoio
Ci porta nelle grotte, dove in tempi di guerra si rifugiava insieme ai suoi cari durante i raid aerei.
L’umidità e il freddo è intenso, la pietra pare viva o malinconicamente riservata nei suoi ricordi, antica e severa, ora custodisce qualche artefatto di guerra, bossoli, maschere anti-gas, taniche tedesce e americane.

In Mario si rincarnano, come scontrandosi tra loro, le due parti di passato e moderno, olio e acqua, che non mischiandosi mai, tendono alla legge di gravità, portando poi a far passare l’acqua sul fondo, mentre un brivido d’olio caldo scorre in superficie zampillando felice sul suo cuore contadino.

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