giovedì 7 agosto 2014

La Fattoria dell'Autosufficienza


Burocrazia portami via

immagine da Internet
“Se vivi in Italia non puoi fare l’imprenditore”.

Ieri sera Francesco è passato in azienda e dopo cena il discorso si è fermato sugli aspetti burocratici italiani.
Parlando della difficoltà di assumere una giovane tirocinante in un periodo vicino all’agosto “festivo”, Francesco ha scritto una lettera ai giornali di Cesena lamentandosi della poca efficienza amministrativa.

Francesco, viaggiatore da sempre, partito con 250 euro in tasca a 18 anni per andare a lavorare in Inghilterra (non sapendo l’inglese) e con grande capacità e intuizione è riuscito a trovare posto prima in Svezia e successivamente a Londra, ad agosto, quando le assunzioni facili sono ridotte a zero.

immagine da Internet
Francesco conosce e si districa tra il labirinto burocratico dell’ASL, Guardia di Finanza, Agenzia delle Entrate, Notai e Avvocati.

“Perché non puoi fare l’imprenditore in Italia?” mi domandavo “Forse chi ha un capitale sostanzioso può osare a tanto!”

Il capitale non centra niente.
Uno dei problemi è la discordanza delle leggi tra i vari enti.
Quando doveva costruire il pavimento del negozio di Cesena, uno degli enti, l’ASL, sosteneva che doveva essere liscio (per poter pulirlo bene) mentre un’altra legge obbliga il proprietario a scegliere un suolo ruvido (per diminuire la possibilità di cadere scivolandoci sopra).

La soluzione? Dire ai due enti di mettersi d’accordo.

Già con gli altri host si è affrontato questo zoccolo duro.
Riassumendo si può dire che non potresti mettere un palo, una recinzione, una tettoia o qualsiasi altra struttura (a meno che non sia su due ruote) senza ricorrere al geometra o ad una registrazione dell’opera.
Il geometra ricade come spesa personale.

malta
Marcello voleva comprare una grotta e usarla come cantina. Gli è stato ribadito che per farlo doveva far fare al geometra la stima della metratura (per inciso, gli costava più il geometra dell’acquisto).

Da Annapia, dove ogni luogo è a norma, dalla cucina al laboratorio di trasformazione, si può vedere il grosso lavoro e la spesa economica che sta alla base di un’azienda “a norma di legge”.

Anche con Luca, Lorenzo e Massimo si è parlato di quanto sia dispendioso e difficoltoso rispondere alle esigenze amministrali . C’è chi è stato denunciato (dai vicini, dai cacciatori se gli sei andato in puzza, dalle foto del satellite..) per aver messo su una piccola tettoia.

Chi ha comprato del terreno seguendo tutte le norme dettate dal notaio (riccamente pagato) per poi trovarsi multe salatissime (si parla di 25.000 euro) per un errore di catasto.

A Francesco e altri imprenditori gli viene suggerito di pagare anche se sono dalla parte della ragione, perché se provano a contestare gli costa più in avvocati e processi che in multa.

con Massimo a Case della Buca
Insomma, sei costretto a rispondere ad un sistema, e non esagero a dirlo, mafioso, dove è più dispendioso vivere in “giustizia” o secondo norma che lavorare e edificare in nero.

Come diceva Massimo:
“Ti tolgono la voglia”.

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