domenica 3 agosto 2014

In quel di Firenze


Fonte Perenne

da Annapia
Viaggiatori, wwoofer a vita (o quasi), vagabondi, chi lascia il lavoro dopo 5, 10, 12 anni di dipendenza da multinazionali, centri commerciali, televisione politica, 12 ore di lavoro al giorno, moglie, marito o compagno, traffico quotidiano, solo per spostarsi da casa-lavoro, lavoro-casa.

Se non diventa prima casa il tuo ufficio.
Ne incontro tanti, viaggiando nelle aziende agricole, di chi accenna o racconta esaustivamente, l’abbandono da una condizione precedente per..
Per..

Ed è qui che si rivela poi la direzione di ognuno.

pick-up di Luca
Alcune volte, alla mia domanda, sulla progettualità futura, alzano le spalle, sono vaghi, accantonano la questione, come se fossero ragionamenti negativi da evitare, sembrano persi o intestarditi, convinti di una nuova realtà, sicuramente (deve per forza esserlo) migliore di quella precedente.

Altre volte v’è una progettualità astratta, un’idea ancora da formare, ma precisa, direzionata, o una progettualità pratica, con una scaletta di cose da fare,  ormai determinate dall’esperienza diretta.

dal pick-up di Luca
C’è chi vive in macchina, in camper, o semplicemente con uno zaino in spalla, spostandosi di zona in zona, costruendo realtà che successivamente deve abbandonare per aprire un’altra porta e un’altra ancora, cogliendo da ogni esperienza qualche spinta direzionale per capire esattamente quale possa essere la propria strada.



Altre volte i discorsi si aprono, i problemi esplodono, c’è chi si sente perso, che a girare con la libertà su una spalla e il dubbio sull’altra, sono attanagliati dal “dopo”, dal “non aver in fondo costruito niente”.

a Case della Buca
Sentono che manca qualcosa, che un’informazione lineare, precisa, limpida come l’acqua, non è arrivata diretta alla fonte.

La sorgente dell’essere si svuota disperdendosi in un terrendo di indecisione.




Eppure l’uomo si chiude nelle sue astrazioni, parte da dipendente, camminando lungo il sentiero della liberazione da una condizione di schiavitù e ricade ingenuamente in un’altra, più dorata se vogliamo, realtà, inizialmente benevola e poi matrigna.

verso Le vie Cave
Passare da un’idea all’altra è come vivere un matrimonio logoro, dove ciò che pensavi ti donasse vita, ti schiavizza, soffocandosi. E allora cambi, per aprirti ad una realtà rinnovata.
Cosa manca? Quale parte di questi “rivoluzionari” progetti  porta il viaggiatore\vagabondo a sentirsi “perso”?

Credo che la base stessa venga scossa, ponendo l’idea (che ti sei fatto di te, della tua “avventura”) sopra l’essere.
Prima di tutto sii attento al tuo Essere Umano, e poi usa come mezzo ciò che più ti può essere utile per scoprirlo, realizzarlo, apprendendo con sempre maggiore familiarità, la stretta relazione che vi è tra te e tutte le cose, senza attaccamento a nulla.

da Mariella
Non attaccandosi neppure all’astrazione di te stesso (io come “anarchico”, io come “viaggiatore”, io come “wwoofer”, io come..).

Ricordati, dice Marco Aurelio, di
Non essere trascurato nelle tue azioni né confuso nel parlare, non vagare tra le rappresentazioni; con l'anima non ritrarti completamente, o, all'estremo opposto, non sbalzarti fuori; nella vita non privarti di o
gni tempo libero.
Uccidono, squartano, inveiscono con maledizioni: ma tutto questo in che cosa impedisce alla mente di restare pura, lucida, saggia, giusta?
Sarebbe come se uno si fermasse ad una fonte d'acqua limpida e dolce e la insultasse: la fonte, naturalmente, non smette di far sgorgare la sua acqua pura; e anche se quello vi getta dentro del fango o dello sterco, la sorgente in un momento lo disperderà e lo porterà via, e non ne resterà minimamente inquinata.

Come potrai, dunque, avere in te una sorgente perenne?
Se in ogni istante ti manterrai libero, con benevolenza, semplicità e discrezione.”

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