giovedì 14 agosto 2014

La Fattoria dell'Autosufficienza



InTenda

da Massimo
Questo periodo alla Fattoria dell’Autosufficienza si dorme in tenda.
La trentina di persone che tra stuff e corsisti presenti si sono divisi in varie piazzole, chi con una base di legno sotto, chi nelle terrazze sistemate in precedenza, chi nel bosco vicino al fiumiciattolo e ad Armando il maiale (la grossa mascotte che vive in un largo recinto).

Ieri notte ha piovuto quindi si sono ripresentate le problematiche di chi dorme in tenda, i vestiti bagnati (se lasciati in zone non protette, come l’anticamera) e l’umidità che raffredda molto l’ambiente.

Di contro, dormire in tenda quando fuori picchietta la pioggia è una bellissima esperienza.

da Massimo
C’è chi non dorme a causa del suono insistente o chi lo trova confortante, piacevole come me.
Da Massimo, che ci ha ospitato per quattro giorni in una tenda Ferrino, dormivamo vicino ad un fiume nel bosco.

Il suono della pioggia, intermittente si univa a quello fluente del fiume, che scorreva quieto rimpinzandosi d’acqua.

da Massimo
La ritmicità del suono di fondo del fiume e l’intervento delle gocce paiono come gli eventi singoli della propria esperienza di vita, mentre una base calma che scorre come il fiume scandisce il nostro Tempo e Spazio umano.

Dormire in tenda vuol dire: premunirsi di mettere in sicurezza ogni indumento che potrebbe inumidirsi a causa delle basse temperature o della pioggia, preoccuparsi di dormire comodamente (sopra materassini che oltre ad attutire la durezza del suolo ci proteggono anche dall’umidità), pensare a dove metterla  

A tal proposito è meglio scegliere in una zona pianeggiante, leggermente inclinata per far defluire meglio l’acqua (o scavare dei piccoli canali di scolo nel perimetro), poggiarvi sopra un telo come barriera contro l’umidità, picchettare bene per premunirsi dal vento che potrebbe rovesciare la tenda.

la yurta
In generale, quando scegliete la tenda, è sempre meglio sapere prima come la userete, se in montagna o in aree ventose è meglio una tenda bassa, per trattenere meglio il calore e resistere al vento, o una tenda alta se dovete passarci molto tempo, come nei campeggi.

Per quanto riguarda la tenuta, è meglio scegliere un sacco a pelo che tenga le basse temperature piuttosto che concentrarsi su di una tenda a quattro stagioni (questo su suggerimento di chi, non come me, ha più esperienza in merito).

 Alla Fattoria c’è anche una yurta, come anticipavo nei post precedenti, un’abitazione mobile adottata da molti popoli asiatici, costruita in legno e con una copertura di feltro di lana.

Da Internet:
“Nella civiltà della yurta, questa ha un valore simbolico molto importante, più importante che la abitazione ha nella civiltà occidentale.
La visita a una iurta implica un rigoroso rituale protocollare, considerato rispetto, civiltà, ed educazione.
 Se una persona entra nella iurta, specie se di un capo, senza seguire questo rituale, può essere considerato un incivile ed un irrispettoso, e subire dure conseguenze.”
 
alla Fattoria dell'Autosufficienza

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