mercoledì 13 agosto 2014

La Fattoria dell'Autosufficienza



Piccolo aggiornamento sui Pomodori

pomodori
Come raccontavo nei precedenti post ci sono vari modi per coltivare in verticale le culture.
Ogni host visitato di base sfruttava lo stesso principio, legando il pomodoro per sorreggere la sua struttura fare in modo che la raccolta sia più facile.

Qui alla Fattoria dell’Autosufficienza in uno degli orti sinergici c’è una struttura di tubi di metallo che arcuandosi si incrociano a formare una X.

I pomodori sono legati e avvolti con un filo di nylon, rafia, o con un’anima di metallo e legati alla struttura (e fin qui si usa un principio già visto) con un cappio invece che con un nodo semplice come da Solidor.



cappio in cima
Questo permette di non dover sciogliere il nodo per risistemare i pomodori visto che a lungo andare il filo tende ad allentarsi, ma basta solamente stringere il cappio già formato.

Piccolo, utile e semplice suggerimento.

Per chi non lo sa il pomodoro generalmente non ha bisogno di un’abbondante innaffiatura e soffre parecchio l’umidità.
E’ consigliabile inoltre annaffiare la mattina presto o la sera per non causare shock termici in modo che la temperatura dell’acqua non sia dissimile da quella del suolo.
Con questo tempo un po’ autunnale i pomodori hanno sofferto particolarmente e come nelle altre fattorie, anche in questa molti si sono ammalati, seccandosi con ancora attaccati i frutti acerbi.



la struttura
I pomodori appartengono alla famiglia delle Solanacee e come le patate, contengono solanina.
Le loro parti verdi sono quindi tossiche e non digeribili neanche dopo cottura.

I sostegni della pianta sono necessarie nelle culture occidentali per preservare il frutto dall’umidità (come molte piante esotiche (è nativo dell’America centrale e SudAmerica).

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