Tempo fa Luciana ha proposto di fare una
chiacchierata per parlare di tutte le
problematiche che insorgono nella costruzione e mantenimento di un’azienda
agricola o di un agriturismo.
Vi riporto la
conversazione dividendola in vari post.
Rapporto con il servire
Luciana viene da una famiglia di alta borghesia, dove i lavori servili erano
riservati solo ai dipendenti.
Nel corso della sua
vita però ha intrapreso un percorso, anche di stampo politico, che le ha fatto
comprendere come “essere al servizio
degli altri sia qualcosa di gran valore”.
Ora Luciana serve gli ospiti nella sua
stessa casa.
Non è certamente una
servitù frustata, come può essere quella di una cameriera che non sente proprio
il suo lavoro, ma una servitù libera da servilismo.
“Se trovi un cafone a casa tua e
sei tu la padrona, lo puoi mandare via.”
Egoicità galoppante
“All’inizio di quest’esperienza tutti gli ospiti che venivano erano “gratificanti”, carini e si prodigavano in complimenti”.
Le cose stanno
cambiando. Le persone cambiano. E forse di conseguenza sono cambiati anche loro.
L’ “ospite del passato” veniva
all’agriturismo per condividere le
esperienze.
Molte volte Luciana finiva i pranzi a chiacchierare
anche di lati personali con i
clienti. Molti si sentivano accolti, rassicurati e confidavano aspetti intimi
delle loro vite.
Sorgeva spontanea la gratitudine di chi accede ad una realtà
diversa da cui può tratte spunto ed insegnamento (e viceversa).
Alcune di queste
persone sono ancora in contatto con loro.
Nell’ “ospite del presente” invece prevale un
atteggiamento sospettoso, guardingo.
Tenendo in mano la
moneta si abrogano il diritto di dire
cosa vogliono e di pretendere di essere serviti secondo certi canoni.
“Ora io pago e questi sono i miei criteri, se non li rispettate vuol
dire che non siete adeguati”.
Con questo atteggiamento
poni l’attenzione solo a te stesso, non cerchi l’altro.
Luciana confida che nella situazione attuale è più frustrante
servire gli altri.
Nelle relazioni che si
creano è quindi difficile offrire quel tipo di ospitalità con la O maiuscola.
Alle volte la gente si
ferma per una notte sola magari senza cenare e, come fantasmi di passaggio, li si
vede andar via la mattina successiva.
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