InTenda
da Massimo |
Questo
periodo alla Fattoria
dell’Autosufficienza si dorme in tenda.
La trentina
di persone che tra stuff e corsisti presenti si sono divisi in
varie piazzole, chi con una base di
legno sotto, chi nelle terrazze sistemate
in precedenza, chi nel bosco vicino
al fiumiciattolo e ad Armando il maiale (la
grossa mascotte che vive in un largo recinto).
Ieri notte
ha piovuto quindi si sono ripresentate le problematiche di chi dorme in tenda, i vestiti bagnati (se
lasciati in zone non protette, come l’anticamera) e l’umidità che raffredda
molto l’ambiente.
Di contro, dormire in tenda quando fuori picchietta la pioggia è una
bellissima esperienza.
da Massimo |
C’è chi non
dorme a causa del suono insistente o chi lo trova confortante, piacevole come me.
Da Massimo, che ci ha ospitato per quattro
giorni in una tenda Ferrino,
dormivamo vicino ad un fiume nel bosco.
Il suono della pioggia, intermittente si
univa a quello fluente del fiume,
che scorreva quieto rimpinzandosi d’acqua.
da Massimo |
La ritmicità
del suono di fondo del fiume e l’intervento delle gocce paiono come gli eventi singoli della propria esperienza di
vita, mentre una base calma che
scorre come il fiume scandisce il nostro Tempo e Spazio umano.
Dormire in tenda vuol dire: premunirsi di mettere
in sicurezza ogni indumento che
potrebbe inumidirsi a causa delle
basse temperature o della pioggia, preoccuparsi di dormire comodamente (sopra materassini che oltre ad attutire la
durezza del suolo ci proteggono anche dall’umidità), pensare a dove metterla
A tal
proposito è meglio scegliere in una zona pianeggiante, leggermente inclinata
per far defluire meglio l’acqua (o scavare dei piccoli canali di scolo nel perimetro), poggiarvi sopra un telo come barriera contro l’umidità, picchettare bene per premunirsi dal
vento che potrebbe rovesciare la tenda.
la yurta |
Per quanto
riguarda la tenuta, è meglio scegliere un sacco
a pelo che tenga le basse temperature piuttosto che concentrarsi su di una
tenda a quattro stagioni (questo su
suggerimento di chi, non come me, ha più esperienza in merito).
Alla
Fattoria c’è anche una yurta, come anticipavo nei post precedenti,
un’abitazione mobile adottata da molti
popoli asiatici, costruita in legno e con una copertura di feltro di lana.
Da Internet:
“Nella civiltà della yurta, questa ha un valore simbolico molto importante, più
importante che la abitazione ha nella civiltà occidentale.
La visita a
una iurta implica un rigoroso rituale protocollare,
considerato rispetto, civiltà, ed educazione.
Se una persona entra nella iurta, specie se di un capo, senza seguire questo rituale, può essere considerato un incivile ed un irrispettoso, e subire dure conseguenze.”
Se una persona entra nella iurta, specie se di un capo, senza seguire questo rituale, può essere considerato un incivile ed un irrispettoso, e subire dure conseguenze.”
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