L’origine delle Parole
al fiume Albenga |
La maggior
parte delle incomprensioni nascono a causa della diversa interpretazione delle
parole.
In questi
giorni, per comprenderci durante le discussioni
ai pasti, la domanda più frequente era:
“Ma tu cosa
intendi per…(relativismo, generosità, bontà ecc..)?”
alla Fattoira dell'Autosufficienza |
Tutte parole
che hanno un significato approssimativo
comune, ma che rientrando in un discorso tendono a prendere una sfumatura
diversa.
Due parole
principalmente mi hanno riportato alla realtà contadina o popolana.
Umiltà e Generosità sono due parole che
abbondano nelle tavole delle religiosità
e del moralismo.
Hanno una
connotazione comune positiva e sono state dei promotori
dello sviluppo umano e spirituale.
Ma vediamo
che origine etimologica hanno.
Umiltà richiama il basso, il suolo, ciò che si riconnette con la terra (humus).
In origine
definiva l’uomo di sentimenti poco
elevati o di bassa condizione.
Successivamente
il cristianesimo l’ha riconvertita
per definire l’uomo che riconosce la propria piccolezza di fronte a Dio.
Generoso, ovvero di buon lignaggio, razza, specie. Che è di natura nobile, grande e nobile di cuore.
Chi viene di
chiaro sangue, di antica e nobile
stirpe.
Un tempo infatti si credeva che chi discendesse da stirpe antica possedesse naturalmente doti di grandezza d’animo.
Un tempo infatti si credeva che chi discendesse da stirpe antica possedesse naturalmente doti di grandezza d’animo.
Umiltà e Generosità. Una parola che
denotava il basso e una che denotava
l’alto, il nobile.
Eppure oggi
si usano le parole in maniera molto diversa, scordandosi quale origine e
nascita avevano.
Uno dei corsisti ha raccontato di quante belle persone ha incontrato durante i
suoi viaggi in giro per il mondo in autostop,
condividendo il suo tempo e la sua realtà.
Mi ha colpito molto l’aggettivo bello.
Quindi sono andata a vedere la sua origine etimologica.
Bello dal latino bellus e ancora derivante da benus (buono). Bellus è meno intenso di buono e il suo primo e vero significato è confacente, comodo, e solo dopo passò al significato di ben proporzionato, grazioso.
Come origine il bello è da considerarsi un’anticamera del buono. Nel momento in cui incontri una persona o vivi un’esperienza ne deriva una sensazione che si può definire bella, gradevole.
Nel momento
in cui conosci la persona o vivi
intensamente un’esperienza inizi a
definirla buona.
“…bonus
derivi dal più antico duonus,
successiva trasformazione della d in b, la cui derivazione si attribuisce:
-alla radice sanscrita dve = felice
-alla
contrazione di divonus, a sua volta
dalla radice sanscrita div = splendere, (la stessa che dà origine
alla parola dio).
Quindi si passa dal basso Umile, al nobile Generoso, al sentimento del Bello per finire nello splendore divino del Buono.
Quindi si passa dal basso Umile, al nobile Generoso, al sentimento del Bello per finire nello splendore divino del Buono.
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