vicino alle Ninfee |
Leggendo il libro a mezza voce mentre
(lo confesso) innaffiavo l’orto (ma
forse le piante ne hanno beneficiato) mi sono soffermata su di un canto che mi ha colpito, tra gli altri,
per la sua espressione forte e libera.
il cerchio dei corsisti |
Dopo l’approvazione generale e l’attesa di tutti, che affamati guardavano i meravigliosi piatti di Vittorio, ho portato alla vita queste parole:
“Abbagliante,
tremenda, come rapidamente l'alba mi ucciderebbe,
se io non
potessi ora e sempre fare un'alba di me.
Noi anche
ascendiamo abbaglianti e tremendi come il sole,
noi fondiamo
il nostro sorgere, mia anima, nella calma e nel fresco dell'alba.
La mia voce
va dove i miei occhi non possono giungere, ruotando la mia lingua circondo
mondi e volumi di mondi.
La parola è
sorella gemella della visione, per me, non è adatta a misurare se stessa,
mi provoca
sempre, con sarcasmo,
Walt, tu hai
molto dentro di te, perché non lo getti fuori?
Dài, non
voglio essere punzecchiato, tu tieni in troppa considerazione i discorsi,
sai, parola,
come i germogli sono chiusi sotto di te?
In attesa
nel buio, protetti dal gelo,
il terreno
sporco si ritrae di fronte ai miei gridi profetici,
io
sottintendo le cause per bilanciarle alla fine,
la mia
consapevolezza, la mia parte vitale combacia con il significato di tutte le
cose,
la felicità
(chiunque mi ascolti si metta in cerca di lei oggi stesso).
Nego a voi
il mio merito finale, rifiuto di separarmi da ciò che davvero sono,
circondate
mondi, ma non tentate di circondarmi,
io allontano
il più sdolcinato e il migliore con una semplice occhiata.
Scrivere e
parlare non provano chi sono,
porto il plenum
della prova ed ogni altra cosa sul mio volto,
con il
silenzio delle mie labbra confondo totalmente lo scettico.”
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