L’amico francese
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In questo
periodo Massimo ospita Pier, un amico
francese, che da un po’ di tempo vive
in Italia con la compagna spagnola.
Pier lavorava in una società di import-export, dodici ore al giorno, fino a che non si è stufato e ha mollato tutto.
Pier lavorava in una società di import-export, dodici ore al giorno, fino a che non si è stufato e ha mollato tutto.
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Dopo aver anticipato il "personaggio" passiamo al discorso di cui vi volevo parlare, venuto fuori a tavola uno di questi giorni.
L’identificazione delle cose.
L’identificazione delle cose.
Ha preso un coltello come esempio e, gesticolando ampiamente, ha definito l’oggetto "andando per esclusione".
Spieghiamoci meglio...
"Possiamo definire le cose partendo da ciò che non sono".
"Possiamo definire le cose partendo da ciò che non sono".
Di solito il cervello definisce ciò che non riconosce provando a ricollegarlo con qualcosa di conosciuto.
Si inzia a definire quel qualcosa descrivendola secondo parametri, giudicandola.
Poniamo il
caso di togliere il giudizio come
atto conoscitivo.
Che cosa succede?
Togliendo il giudizio manca la scissione in parti del tutto.
Togliendo il giudizio manca la scissione in parti del tutto.
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E ciò che prima era qualcosa di a se stante, diviene parte del mio io o della realtà unificata.
“Pensa
continuamente al cosmo come a un
solo essere che racchiude una sola
sostanza e una sola anima, e pensa come tutto pervenga a una sola sensazione, la sua, come quest'essere compia
tutto per un solo impulso, come tutte le cose siano concausa di tutti gli
eventi, e quale sia il loro fitto intrecciarsi e connettersi”
.., mi ci sento molto affine col pensiero. :sisi: (grande Marco!)
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