A Caccia!
foto da Internet |
Ogni host è d’accordo
nel dire che è meglio farsi amico il cacciatore.
Chi convive
con loro ha il terreno invaso dai
bossoli, si sentono gli spari a
distanza, le recinzioni vengono
troncate, il loro passaggio cambia la presenza degli animali selvatici.
Da Geraint le opere di scavo per il
deflusso delle acque venivano costantemente manomesse e si appostavano nel suo
terreno, vicino ai bancali dell’orto, invaso dalla plastica.
Con quei bossoli voleva farci una scultura, un uccello appeso nel terreno
come segno di protesta.
Ne aveva
racconti tanti da riempirne secchiate.
C’era una
schermaglia continua in corso tra gli interventi
territoriali di Geraint e le
opere di dissesto dei cacciatori.
Da Luca, alla Fattoria dell’Acqua Calda, si parlava della sua intenzione di
costruire un recinto alto per delimitare
la zona, in maniera che i cacciatori non
entrassero nella proprietà (su cui devi comunque pagare una tassa extra).
foto da Internet |
Massimo di Case della Buca ci ha spiegato che per legge, se dovessi fare un’opera
del genere, sei obbligato a costruire delle scalette o un’entrata per far
passare sulla tua terra i cacciatori, visto che la selvaggina è considerata una proprietà
dello stato.
Il massimo
che può fare è allontanarsi da casa qualche domenica per non sentire i continui
spari.
Parlando in
generale si può dire che la legge è
dalla loro parte, tenendo conto degli alti interessi economici che smuove
questo “sport”.
Secondo l’articolo 842 del Codice Civile:
“Il proprietario di un fondo non può impedire che vi si entri per l'esercizio
della caccia, a meno che il fondo sia chiuso nei modi stabiliti dalla legge
sulla caccia o vi siano colture in atto suscettibili di danno.
Egli può
sempre opporsi a chi non è munito della licenza rilasciata dall'autorità.
Per
l'esercizio della pesca occorre il consenso del proprietario del fondo.”
Ora come ora
l’articolo è argomento di
discussione e ci sono petizioni
attive per abrogarlo.
Nessun commento:
Posta un commento