sabato 13 dicembre 2014

La Nuova Terra

Verso la Nudità dell'"Essere"

"Da una catena d'oro non si è meno legati che da una catena di ferro"


Proseguendo la serie di post incentrati sul tema del percorso interiore, la via del guerriero della luce (come ama chiamarlo Coehlo), riporto una pagina dal libro "Lo yoga della potenza" di Julius Evola.

Per arrivare alla Nudità dell'Essere (possiamo anche dire, la nostra Vera Essenza)e rivestirci solo del nostro potere, ci troveremo davanti dei legami (paca) da sciogliere:

-Pietà (daya): il superamento (superare da: rimanere al di sopra, vincere, sopravanzare) della pietà allontana da un molle sentimentalismo, permettendo di sentire profondamente gli altri esseri, ad un livello super-personale o oggettivo, senza nessun turbamento d'animo;

-Delusione (moha): derivante da una vita gravitante su qualcosa di esterno di cui l'Io ha bisogno per conformarsi. Il vira (eroe) lo supera quando la realizzazione o meno di ciò che spera non lo abbatte o demoralizza, lo trova sempre attivo e invulnerabile.
Ciò richiede un'elasticità del volere per potere. Lasciare la presa e poi riaffermarsi senza soffermarsi sul negativo che altera l'animo, portandolo ad essere solo un segno affinchè si comprenda la giusta via;

-Onta (lajja): purifichiamo l'onta non permettendo che l'azione fatta ci deprima, assumendocene la responsabilità senza scusarsi (il vira, l'eroe, si prende carico delle conseguenze delle proprie azioni).
 L'onta, il peccato, è un'azione compiuta irrazionalmente trasgredendo la natura propria del nostro essere (dharma), la si abbandona portandosi oltre con una forza nuova più veggente e non incrinata;

-Paura (bhaya): si supera questo paca impedendo l'identificarsi con forze la cui grandezza e terrificità sgomentano. La paura, in questo caso, preclude il conseguimento della liberazione.

-Famiglia (kula): si tratta del distacco, anche solo interiore, da vincoli di carattere naturalistico e affettivo;

-Casta (varna): la casta corrisponde alla propria natura profonda. Nè l'eredità, sangue, legge interna, fato debbono imprigionare.

I paca da superare, tra cui ci sono anche il disguso, i precetti o riti (si tratta di vincoli morali e conformismo sociale), portano il vira (eroe) allo stato di avredhuta (colui che si è lavato).

Superare un paca pone il vira (eroe) ad affrontare una passione non reagendo, non subendo, ma conservando un sopravvanzo di forza che capovolge la situazione dall'essere trasportato dall'emotività a trasportare.

Passioni, emozioni, impulsi sono solo manifestazioni di poteri attenuate e variamente condizionate.
I "grandi elementi" esistono in sè, di là dalle loro manifestazioni sensibili: io "non amo", "non odio", ma "una forza si manifesta in me come amore, odio...".


Questa è la via della liberazione delle passioni attraverso esse.


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