Cos’è che ci rende ostici al
cambiamento?
Parlo di cambiamento prendendo
spunto dal libro di Tenzin Gyatso,
“l’Arte della felicità”.
La stessa identica qualità che ci rende ostici al cambiamento ci
permette di poter cambiare: l’abitudine.
Grazie all’abitudine
possiamo adottare nuovi modelli di comportamento e applicarli con costanza.
Prima di poter usare questa “carta magica” però bisogna voler cambiare.
Prima di poter usare questa “carta magica” però bisogna voler cambiare.
Voler cambiare nasce dalla
consapevolezza di quanto sia importante il cambiamento.
Maturare questa convinzione ci permette di capire quanto sono dannose le emozioni e azioni negative e quanto le emozioni
positive siano utili al perseguimento della felicità.
Sembra un pensiero molto semplice in superficie, ma difficile da far
radicare fino in fondo.
Quante volte succede di perseguire un certo comportamento, che poi si
rivela autodistruttivo e nemico della vita, nonostante sappiamo che non è buono
per noi?
Emozioni Positive
Coltivare le emozioni positive,
maturare l’entusiasmo e la fiducia riguarda un’evoluzione mentale, quindi
tempo e costanza.
Maturare l’entusiasmo e la fiducia vuol dire innanzitutto considerare il potenziale insito nel
proprio corpo e i buoni scopi per i quali può essere usato; soppesare i
benefici del possedere una forma umana.
Nutrire la speranza, il sogno, è
essenziale, ma è bene essere consapevoli dei tempi, quindi sono da considerare
i risultati che otterremo in un lungo periodo di tempo.
E’ ovvio che raggiungere la
piena illuminazione, per esempio, è un lavoro che richiede molto molto
tempo.
Oltretutto è necessario adottare un’ottica più ampia che non comprende
solo il mio mondo.
Emozioni Negative
Le azioni negative alimentano
l’odio.
L’odio è originato da una mente
angustiata dall’insoddisfazione e dalla sofferenza ed ha come unico fine la
distruzione.
Con una nascita del genere, l’odio non può che condurre ad un cattivo destino.
Considerare seriamente la possibilità di non coltivarlo in sé porta a
creare quello “spazio” interno in cui può entrare qualcosa di nuovo e luminoso.
C’è da mettersi in testa una buona volta che l’odio non è intrinseco nell’animo umano.
Il seme di Buddha
“Se
definiamo l’amore il desiderio
genuino di saper felice un altro ne consegue che ciascuno di noi in realtà ama
se stesso. Tutti desideriamo sinceramente la nostra felicità”.
Tutti gli esseri umani hanno in sé un seme, il potenziale della
perfezione e l’illuminazione.
Ricordare a noi stessi le qualità che condividiamo con tutti gli
esseri umani neutralizza l’impulso a considerarci immeritevoli e ad avvicinarci
a questo seme, o centro.
Tutti siamo dotati di
intelligenza, tutti possiamo maturare una forte determinazione e volgere la
nostra volontà in qualunque direzione desideriamo.
“Se quindi maturiamo la volontà di usare l’intelligenza in maniera
positiva avremo la forza fondamentale” ovvero ciò che proviene dalla coscienza del nostro grande
potenziale.
Questo meccanismo ci permette di sperare e non ricadere nell’odio del
sé.
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