sabato 31 maggio 2014

Ty Porth Saith

L’amico Valerio 

Valerio ha lasciato la città.

Valerio ha lasciato la città e un posto fisso come insegnante.

Uno dei pochi con l’abilitazione che abbandona una realtà e si “ritira” nella natura, ricalcando i passi che già faceva da bambino, quando rimaneva affascinato nel guardare rane e girini per ore.
Affitta delle camere nel suo appartamento a Roma, abita la maggior parte del tempo in campagna, con le sue arnie e un piccolo orto, dove non mancano galline e piccioni (visto il suo amore per quest’ultimi ne possiede delle varietà molto particolari, riccamente piumati).
Per obliare agli agguati delle volpi o dei cani randagi, ha costruito dei piccoli pollai sopra gli ulivi, mettendo della plastica intorno ai tronchi per scoraggiare i predatori.

Siamo andati a trovarlo qualche giorno fa con Geraint per portargli delle vecchie arnie, le casette delle api, costruite ad arte, con misure precise per far in modo che il miele venga depositato dove vuole l’allevatore. 

Una volta riempito l’arnia sottostante di miele, sperando che la varroa o la peste non colpisca lo sciame, le api salgono sulla più piccola cassetta che viene poggiata sopra, il melario, dove vengono posti dei telaini adatti per la raccolta alimentare.

Già ai tempi degli antichi egizi si praticava l’apicoltura, installando delle arnie mobili sulle barche che percorrevano il Nilo seguendo la fioritura annuale.
Usavano il propoli, una sostanza che secernono le api, per la mummificazione dei corpi che bloccava il processo di decomposizione.
Nel caso in cui un grosso parassita entra nell’alveare le api uccidono la preda, non riuscendo a portarla fuori e la ricoprono di propoli per evitare che la putrefazione del cadavere possa portare delle malattie all’interno dell’alveare.


Oltre la minaccia delle malattie e delle problematiche ambientali (pesticidi, fertilizzanti, ecc.) uno degli assassini di questi utili insetti è il calabrone.

Un sistema artigianale per uccidere questo mangiatore di api, consiste in aceto, acqua e zucchero versati dentro una bottiglia di vetro o plastica. Alcune bottiglie si possono tagliare in due rovesciando la parte superiore e infilandola in quella inferiore.
La trappola uccide unicamente calabroni e vespe.

Altro discorso se l’arnia viene attaccata da uno sciame di calabroni, una razza importata, che si sposta in gruppo e attacca l’alveare distruggendo la famiglia.

E’ da ormai parecchi anni che continua la moria delle api, questi piccoli insetti impollinatori, preziosissimi per il genere umano e l’ecosistema. Ci sono alcuni movimenti in Italia e all’estero che promuovono l’allevamento cittadino e il ritorno ad un’agricoltura consapevole , soprattutto in prossimità dei terreni con arnie (il range delle api è di circa 3 chilometri).

La maggior parte dei prodotti che mangiamo derivano infatti dal lavorio delle “api danzanti”.

Il Miele delle Api Danzanti
Giustamente ha chiamato così il miele che vende e produce Andres Lasso, mio cognato, allevatore di qualche alveare  in prossimità di Firenze.

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