Uno e Due
E’ da un po’ di giorni
che sono nel sud Italia, ospite a
casa di amici.
L’accoglienza è
grande.
Viaggiando scopri che puoi trovare famiglie ovunque.
…bisticci, gesti
amorevoli, apprensioni materne, speranze di padri.
Molti si preoccupano,
prima di mettersi in viaggio, se
viaggiare da soli o in compagnia.
Diciamo subito che
tutti e due i modi sono validissimi al fine di intraprendere un percorso conoscitivo.
Includono però un impegno diverso.
Includono però un impegno diverso.
Viaggiare in compagnia
Viaggiare insieme ad altre persone aiuta a superare molte difficoltà,
sia organizzative che psicologiche; il confronto fa crescere, ci si scambiano
molte opinioni, se uno del gruppo tende al pessimismo, l’altro controbilancia
con l’ottimismo…
Viaggiare in compagnia quindi è un ottimo modo per stringere legami con i
compagni di viaggio e scoprirli nel quotidiano. Questo perché vivi con gli
altri 24 ore su 24 ogni avventura o disavventura.
Anni fa stavo a Parigi insieme ad una mia amica.
Viaggiatrice
inesperta, non avevo con me carte di
credito o qualche forma di pagamento similare.
Dovevamo prendere dei biglietti del treno velocemente agli
sportelli automatici.
Se non ci fosse stata
la mia compagna con la sua fantastica visa probabilmente avrei dovuto aspettare
il treno successivo o fare file interminabili alle casse per recuperare i
tiket.
Condividere gli aspetti negativi
In questo ultimo viaggio come wwoofer invece, mi è capitato di
visitare alcune aziende un po’ “scomode” dal punto di vista dei rapporti umani.
Fortunatamente con me
c’erano persone, altri wwoofer o amici dell’host, con cui ho potuto condividere
le difficoltà e che aiutavano ad affrontare un’atmosfera piuttosto pesante.
In questi casi ho
notato che condividere gli aspetti
negativi, confrontarsi sulle difficoltà, è un atteggiamento utile fino a
che non scade in un loop di critiche continue e insofferenze.
In quel caso le conversazioni prendono una nota amara, a
volte peggiorando la situazione e rendendola irrisolvibile.
Quindi condividere sì, ma attenzione a lasciare aperta la porta al dialogo.
Se c’è qualcosa che
non va, è importante non solo confrontarsi con le persone attorno, ma dialogare direttamente con gli
interessati.
Viaggiare in compagnia ha innumerevoli vantaggi e se conoscete qualcuno con cui
volete spartire i vostri sogni fatelo! Cogliete l’opportunità.
Non pensateci due
volte, che la seconda volta è sempre la strada del dubbio.
Viaggiare da soli
Viaggiare da soli. Non
mi sentirò da solo? E se mi trovo in difficoltà? E se mi annoio, se mi ammalo,
se, se, se…?
Può succedere
qualsiasi cosa mentre viaggi.
Allo stesso modo può succedere qualsiasi cosa mentre non
viaggi.
Ci sono più persone
che si fanno male o muoiono per incidenti stradali o di lavoro che per morsi di
vipera.
E’ verissimo che viaggiare da soli vuol dire affrontare
per conto proprio mille piccole difficoltà e disagi.
E’ verissimo che viaggiare da soli vuol dire molte volte
intrattenersi da soli, far fronte ai propri pensieri, darsi un po’ più di
coraggio nel relazionarsi con chi non si conosce.
E’ verissimo che viaggiare da soli rende preziosa una
qualsiasi scelta e le responsabilità che ne derivano cadranno su di te.
Quindi perché viaggiare da soli?
Bisogna volerlo prima
di tutto e comprendere quali tipi di vantaggi
ne vengono, uno fra tutti: una
maggiore consapevolezza dei propri pregi e difetti o limiti.
Questo vuol dire che
acquisirai una maggior fiducia e una
maggiore centralità.
Saprai considerare
cosa è giusto nei tuoi riguardi e
cosa non lo è. Svilupperai il potere del discernimento.
Difficilmente farai
dipendere dagli altri i tuoi umori, insoddisfazioni e felicità. Comprenderai che sei il creatore di te
stesso.
Sono obiettivi che
vengono raggiunti solo se superi la Soglia.
Per farmi capire farò
un piccolo esempio.
Vi è sicuramente
capitato di provare un grande dolore
emotivo o fisico, uno stimolo tale da spingervi ad agire, ma qualsiasi
azione fate per distrarvi non vi aiuta a migliorare la condizione.
In quel momento si
arriva ad un limite tale che pensi di non farcela più: sono i picchi del dolore o insofferenza. Se li
avete superati vi sarete accorti che il dolore piano piano scema lasciandovi
con un’esperienza forte sulle spalle.
Sono queste le Soglie di cui parlo.
Se non affronterete il
dolore guardandolo in faccia, ma
fuggirete perché divenuto insopportabile, perderete istantaneamente la
possibilità di conoscervi.
Le difficoltà vi costringono ad
esporvi. Vi chiedono di pensare in maniera urgente a voi stessi.
Questo vuol dire affrontare la
paura della scoperta, di sapere chi si è veramente.
La Difficoltà è’ un generatore
di domande.
E’ comprensibile quindi che davanti ad una prova del genere si possa
avere una gran voglia di scappare.
Se viaggerete da soli si
presenteranno un’infinità di queste grandi occasioni.
Ancor più che viaggiare in compagnia, dove il conoscersi passa attraverso gli occhi di altre persone, viaggiare da
soli costringe tutta l’esistenza a riflettersi e trasformarsi nella tua singola
persona.
Ciò che ne deriva dipende
unicamente da te.
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