domenica 7 settembre 2014

Stop Famigliare



Da casa a casa

sui bancali
Dopo due settimane a Che Passo! ripartiamo verso Assisi dove, per qualche giorno, saremo ospiti da parenti.

Arriviamo in un piccolo paese, circondato da campi arati e un’industria colorata di blu che fabbrica biscotti.

da Massimo
E’ pieno di rotonde, piccoli centri alimentari, stradine che si perdono incontrando i veraci, gli anziani della parrocchia che giocano a bocce anche sotto la pioggia sottile, il fiumiciattolo vicino, il fruttivendolo di fiducia, gli alberi piantati a filari.

da Marcello
Anche in una realtà così piccola si notano le strade asfaltate, la “civilizzazione” in corso, con i cassetti della raccolta differenziata, l’erboristeria, qualcuno coltiva un piccolo orto dietro casa, recuperato dal lavoro del nonno o creato a nuovo, sotto la spinta ecologica che tanto attraversa ora la nostra un po’ sbandante società.

Le piccole città, con 2000, 3000 anime, o le grandi città, che contano milioni di persone, tutte sono la rappresentazione di un intenso viavai di lavoro-casa-ospedale-supermercato-farmacie-telefonia-gitaFuoriPorta con tante formichine frenetiche che non hanno pace, improntate verso l’accumulo di nutrimento per l’inverno.

E pare, alle volte, che vi sia un inverno sempreterno, quasi immaginario, come un mondo innevato della fiaba, dove si incanalano tutte le risorse umane, un lavoro continuo nel premunirsi per il dopo, il sarà, il vedremo.

da Luca
I campi sono ordinati, le strade diritte, le case pulite, le aiuole contate, con i fiori particolari di cui non ci si ricorda il nome.

L’uomo che trova e si adatta a delle soluzioni che considera positive, o “il meno peggio”, lontani sì dalla città, ma con la mentalità cittadina, dove la Verdura autoprodotta è un misto di retaggio contadino e snobismo, dove rispetti il riciclaggio per non essere considerato un buzzurro.

E perlomeno con tutti gli scarti (veramente non necessari) che si producono, se vengono riciclati, abbiamo tutti il cuore apposto.
Lontano dagli occhi, lontano dal cuore.

i semi all'autosufficienza
Quando si viaggia tra le aziende agricole che praticano l’Agricoltura Naturale si entra dentro la nascita di un processo che qui vien vissuto solo nella sua parte finale, quando ciò che mangi si è già trasformato dalla pianta che semini, curi e raccogli al prodotto da comprare.

E’ come entrare alla fine della realtà, vivere solo la cresta della montagna, così bardati e profumati, con la conquista guadagnata per pochi passi, senza aver camminato, sudato, viaggiato, tra i boschi e le vallate, con la pienezza della vista, con la speranza del rifugio.

Sulle scaffalature vengono esposte a pile, in contenitori di plastica, tagliate a dadini o a fettine, precotte, sott’aceto, sott’olio, surgelate, le confezioni del cibo, la Merce finale di un viaggio immenso e meravigliose, che parte dal piccolo,
da un seme,
da una goccia d’acqua
dall’origine della creazione.

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