martedì 16 settembre 2014

Casa Melissa: La Spirale della Consapevolezza

La spirale della consapevolezza

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Parlando di relazione, Monika mi ha consigliato di leggere questo libro, e ora vi racconto un po' ciò che custodiva.

Osservazione, Sentimento, Bisogno, Azione.

La comunicazione non violenta si basa su questi quattro pilastri, come viene citato nel libro “Le parole sono finestre [oppure muri]” di Marshall Rosenberg, basi che permettono di raggiungere una maggiore relazione empatica con noi stessi e gli altri.

L'empatia, come la descrive nel libro, è una rispettosa comprensione di ciò che gli altri provano.

Come quindi instaurarla nel dialogo, come “evocarla”?
-OSSERVAZIONE
Prima di tutto c'è l'osservazione.
Osservare le azioni concrete che influenzano il nostro benessere.
Domandiamoci: “Che cosa osserviamo altre persone, dire o fare, che sta arricchendo o non sta arricchendo la nostra vita?

La risposta a questa domanda ha bisogno di una scrematura da giudizi e valutazioni, per arrivare all'oggettività diretta.

Per fare un'esempio: 
Valutazione o Giudizio: “Sei sempre in ritardo!”
Oggettività: “Ogni mattina, quando arrivi al lavoro, accumuli un ritardo dai 10 ai 20 minuti.”

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-SENSAZIONE
Seconda è la sensazione.
Domandiamoci: “Come ci sentiamo in relazione a ciò che osserviamo?”
La risposta a questa domanda ha bisogno di una definizione, di ciò che è pensiero e ciò che è sentire, due termini che molto spesso confondiamo.

Per fare un'esempio:
Ciò che pensiamo di essere: “Sono un fallito.”
Ciò che è espressione dei sentimenti veri: “Mi sento insoddisfatto di me quando non riesco a completare un compito.”
ancora:
Ciò che attribuiamo agli altri (interpretando le loro azioni): “Mi sento frainteso\ abbandonato\ sminuito\ intimidito ecc.” (tutte sensazioni personali la cui origine attribuiamo agli altri)
Ciò che sentiamo (prendendoci la responsabilità dei nostri sentimenti): “Mi sento a disagio quando non riesco ad instaurare un dialogo aperto con te”

Ciò che gli altri fanno o dicono può essere uno stimolo, ma non è mai la causa dei nostri sentimenti.

Quando veniamo aggrediti o aggrediamo in una conversazione reagiamo in più modi, tra questi possiamo:
-far brillare la luce della consapevolezza sui nostri bisogni. Es: “Quando ti sento dire che (osservazione)...mi sento(sensazione)...perchè ho bisogno di..(bisogno)”
-far brillare la luce della consapevolezza sui bisogni dell'altro. Es: “Ti senti...perchè hai bisogno che...?”

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-BISOGNO
Terzo è il bisogno.
Scopriamo quali bisogni, valori, desideri ecc, sono collegati (e creano) i nostri sentimenti.
Domandiamoci: “Siamo responsabili delle nostre azioni\intenzioni?”
Accettiamo la nostra responsabilità, coscienti di non accettare la responsabilità dei sentimenti altrui, per non rispondere al loro bisogno di empatia a causa del senso di colpa\vergogna.

Neghiamo la responsabilità dei nostri bisogni quando la attribuiamo a:  
forze vaghe, impersonali (ho fatto questo perchè dovevo), la nostra condizione, storia personale e psicologica, azioni altrui, ordini d'autorità, pressioni del gruppo, politiche delle istituzioni\regolamenti, ruoli di genere sociale o d'età, impulsi incontrollabili.

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-AZIONE
Ultima l'azione.
Le azioni concrete che desideriamo richiedere per arricchire la nostra vita.
La risposta a questa domanda ha bisogno di una distinzione tra pretesa e richiesta.

Una pretesa minaccia coloro a cui è rivolta, i quali, saranno puniti con sensi di colpa o altri tipi di punizioni, se non si conformano ad essa (come nel concetto di merito: alcune persone meritano una ricompensa o una punizione)

Nella richiesta evitate le domande vaghe, astratte o ambigue (“Vorrei che passassi più tempo con me”) per rivolgervi ad una più dettagliata (“Vorrei che la sera a cena mangiassimo insieme”).
Nella richiesta comunicate prima i vostri bisogni e sentimenti che stanno alla base delle richieste.
Nella richiesta chiedete un riscontro all'altro (“Potresti dirmi cosa mi hai sentito dire?”) per sapere quali sono esattamente le reazioni dell'altro rispetto a ciò abbiamo detto, riguardo ai suoi sentimenti, pensieri.

Nel domandare diamo empatia alle persone quando non obbediscono alle nostre richieste mostrando comprensione di ciò che gli impedisce di fare ciò che abbiamo richiesto.

Domandiamoci quindi, qual'è il motivo della nostra richiesta?

La conversazione, la relazione diviene così un percorso conoscitivo verso noi stessi, le nostre interpretazioni, illusioni, ciò che vive oltre la nostra costruzione della realtà.

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