Da casa a casa
sui bancali |
Dopo due
settimane a Che Passo! ripartiamo verso
Assisi dove, per qualche giorno, saremo
ospiti da parenti.
Arriviamo in
un piccolo paese, circondato da
campi arati e un’industria colorata di blu che fabbrica biscotti.
da Massimo |
E’ pieno di rotonde, piccoli centri alimentari, stradine
che si perdono incontrando i veraci,
gli anziani della parrocchia che giocano a bocce anche sotto la pioggia
sottile, il fiumiciattolo vicino, il
fruttivendolo di fiducia, gli alberi piantati a filari.
da Marcello |
Anche in una
realtà così piccola si notano le strade
asfaltate, la “civilizzazione”
in corso, con i cassetti della raccolta
differenziata, l’erboristeria,
qualcuno coltiva un piccolo orto dietro casa, recuperato dal lavoro del nonno o creato a nuovo,
sotto la spinta ecologica che tanto
attraversa ora la nostra un po’ sbandante società.
Le piccole città, con 2000, 3000 anime, o
le grandi città, che contano milioni di persone, tutte sono la rappresentazione di un intenso viavai di lavoro-casa-ospedale-supermercato-farmacie-telefonia-gitaFuoriPorta
con tante formichine frenetiche che non hanno pace, improntate verso
l’accumulo di nutrimento per l’inverno.
E pare, alle
volte, che vi sia un inverno
sempreterno, quasi immaginario, come un mondo innevato della fiaba, dove si
incanalano tutte le risorse umane, un lavoro continuo nel premunirsi per il dopo, il sarà, il vedremo.
da Luca |
L’uomo che
trova e si adatta a delle soluzioni che considera positive, o “il meno peggio”, lontani sì dalla città,
ma con la mentalità cittadina, dove la Verdura
autoprodotta è un misto di retaggio
contadino e snobismo, dove rispetti il riciclaggio per non essere considerato un buzzurro.
E perlomeno con tutti gli scarti (veramente non necessari) che si producono, se vengono riciclati, abbiamo tutti il cuore apposto.
E perlomeno con tutti gli scarti (veramente non necessari) che si producono, se vengono riciclati, abbiamo tutti il cuore apposto.
Lontano dagli occhi, lontano dal cuore.
i semi all'autosufficienza |
E’ come entrare alla fine della
realtà, vivere solo la cresta della montagna, così bardati e profumati, con la
conquista guadagnata per pochi passi, senza aver camminato, sudato, viaggiato, tra i boschi e le vallate, con la
pienezza della vista, con la speranza del rifugio.
Sulle
scaffalature vengono esposte a pile, in
contenitori di plastica, tagliate a dadini o a fettine, precotte, sott’aceto, sott’olio, surgelate, le
confezioni del cibo, la Merce finale di un viaggio immenso e
meravigliose, che parte dal piccolo,
da un seme,
da un seme,
da una
goccia d’acqua
dall’origine della creazione.
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