il campo dei ceci in mezzo al campo di mais |
Tra le varie
attività svolte fino alle due, due e mezza (orario del pranzo,
ovvero quando torna Sirio da scuola) quella principale è la raccolta
dei ceci.
Io e Roberto
prendiamo i nostri sacchi e secchielli e ci dirigiamo nel
campo di un ettaro, ormai abbastanza ripulito, per finire la raccolta
già ritardata dai piovosi mesi estivi.
il mais |
Siamo in mezzo a
due campi dove Flavio raccoglie il mais come foraggio
per le mucche.
Quando arriva
lui lo seguono anche i cani che con i loro musetti
annusano il terreno in cerca di prede. Una volta li ho visti scavare
come dannati fino a trovare un topolino.
Quando arriva lui si
sente la sua voce appassionata cantare i motivetti friulani, alcuni
brani di De andrè o vecchi brani italiani. L'aria si carica di
energia.
Altrimenti
io e Roberto ascoltiamo il vento
che solletica il mais, i ceci
che a raccoglierli tintinnano dolcemente, palesando la loro ricca
presenza, gli insetti,
piccolo e glorioso mondo di frenetica attività, di arrampicatori e
cercatori.
Raccogliere i ceci
per tre, quattro o cinque ore al giorno ti permette di osservare
come i pensieri vanno e vengono, qual'è il ritmo del tuo respiro,
portare attenzione
alla tua postura, guardare il
cielo umbro che ti sovrasta, percepire sulla
pelle quando l'umidità della mattina si leva, toccare la
terra quando il sole lentamente la riscalda.
Raccogliere i ceci ti
porta ad avere pazienza,
a comprendere come sia difficile convergere la propria attenzione per
focalizzarsi su un unica azione o respiro.
Raccogliere i ceci ti
collega alla terra, creando un rapporto di intimità con essa.
Conosci la sua
struttura, che tipo di creature la abitano, come cambia a seconda
dello scorrere della mattinata e dei giorni.
la raccolta delle patate |
La conoscenza
si approfondisca ancora di più se lo lavori a mano, sempre che
le dimensioni e le esigenze te lo permettano.
L'ultimo giorno di
raccolta, dopo due settimane di relazione con la terra,
fangosa e asciutta, con gli insetti arrampicatori, con le
piante selvatiche, secche e fiorenti, mi ero adattata alle
dimensioni di quel mondo brulicante, che conservava in sé la
summa della nascita e della morte.
L'ultimo giorno di
raccolta, Flavio è passato con il trattore acconto a me,
mentre finivo le ultime file, preparando il terreno per la prossima
coltura.
Era strano vivere
la trasformazione, questo susseguirsi continuo di azione e
riposo, dove una vita si dona all'altra mutandosi da pianta ad humus
per la terra.
Dove prima v'era una colonia di attività conosciuta, ora si passava a un altro tipo di attività dove i respiri delle piante e degli insetti si abbandonavano al calore del suolo.
Dove prima v'era una colonia di attività conosciuta, ora si passava a un altro tipo di attività dove i respiri delle piante e degli insetti si abbandonavano al calore del suolo.
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