Flavio con le pecore |
Flavio lavora
la sua terra da 24 anni.
Parla
di come era dura da lavorare
i primi tempi, come si è adattato alla sua pendenza, come ha scelto
di posizionare l'orto il più possibile vicino a casa.
Si vedono le varie fasi
nei frutteti, con
alberi d'ulivo messi
a dimora da pochi anni, i giovani meli,
peri, qualche pesco e
noce, ciliegio, fichi.
il campo di erba medica |
Si notano i vari lavori
lungo i margini, con
la piantumazione degli alberi frangivento
(per proteggere le colture dalla tramontana) e i recinti
che tengono lontani i
cinghiali.
Un'esperienza
sempre in fase di crescita e apprendimento,
dove si guarda al miglioramento, all'evoluzione
di ogni parte.
Alla
mia domanda:
“Come mai non hai applicato la biodinamica o la permacultura (in maniera estesa)?”
La sua risposta è stata semplice e concreta:
“Cosa mi metto a fare cose complicate se prima non so neanche praticare l'agricoltura naturale?”
L'agricoltura naturale abbraccia ogni forma di agricoltura riportando all'uomo la relazione più intima e diretta, senza passare per ulteriori livelli o mistificazioni.
“Come mai non hai applicato la biodinamica o la permacultura (in maniera estesa)?”
La sua risposta è stata semplice e concreta:
“Cosa mi metto a fare cose complicate se prima non so neanche praticare l'agricoltura naturale?”
L'agricoltura naturale abbraccia ogni forma di agricoltura riportando all'uomo la relazione più intima e diretta, senza passare per ulteriori livelli o mistificazioni.
Conoscere non è “avere idea di qualcosa”.
l'orto |
Una forma essenziale, dove (citando Fukuoka) “più elaborate sono le soluzioni e più è difficile risolvere il problema”.
Nella ricerca di
una maggiore semplicità il più delle nostre azioni e
discorsi risultano non necessari e qualora venissero eliminati si
avrebbe più tempo e più tranquillità.
Domandiamoci quindi: “E se questa non fosse necessaria?”
la saldatura creativa |
Ancora una volta
l'osservazione è la base del rapporto (sia umano che
naturale)
“Se la gente
mettesse da parte la propria volontà umana e si lasciasse guidare
dalla natura non ci sarebbe nessuna ragione di avere paura di morire
di fame”.
L'osservazione
della Natura ci porta alla meditazione profonda, distinguendo
l'atteggiamento di padronanza, di predominio nella relazione, da un
modo di comunicazione più ampio, dove l'uomo trascende la
discriminazione per dedicarsi alla visione di “ciò che è”.
Per fare un
esempio.
L'alimentazione
quotidiana mira a raggiungere una giusta dieta scegliendo cibi semplici, nutrienti che costituiscono la nostra
medicina quotidiana.
Un'adulto
discriminante decide cosa lo renderà felice.
Il cibo, in
questo caso, non è buono perchè è genuino, ma per l'idea
di buono che lui si è creato.
Allo stesso modo,
il dialogo con la Natura viene scremato dalle idee e
immagini personali, che trattano i problemi pratici del mondo
derivanti dall'intelletto analitico, per arrivare ad un'intuizione
diretta dove non c'è sforzo cosciente, dove la Natura viene
accettata così com'è.
Qual'è la nostra
maniera di vedere il Mondo?
Un vuoto
dell'immaginazione o un ritorno alla vita originaria?
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