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Come
scrivevo nei post precedenti, Monika si
è occupata di mercati per vent'anni,
esponendo i suoi articoli da Trieste a
Firenze.
Ha
convissuto con la folla, i colleghi degli altri banchi, lo
“smonta-rimonta” degli stand, dormendo in macchina, lottando
contro la velocità subitanea con cui la moda cambia,
richiedendo sempre prodotti nuovi,
o gli stessi esposti e confezionati in forme sempre
diverse.
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Così
almeno erano le richieste dei clienti “fedeli”.
Chi
era rimasto colpito da una delle sue trovate, tornava con aspettative
che celebravano la novità,
il non conosciuto, o almeno ciò che conoscono, ma proposto
in un packaging insolito.
Cos'è, mi chiedo,
tutta questa ricerca di cambiamento a cui ci rivolgiamo, così
insoddisfatti ?
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Una volta
consumato il vecchio, corriamo per ridonarci un senso nuovo di noi,
di ciò che vestiamo, acquistiamo, relazioniamo.
Più confortati
da quello che apparentemente muta, poco legati a ciò che
rimane.
Monika,
grazie all'”ostacolo del cambiamento”
ha dato sfogo alla creatività, all'attenzione verso il particolare,
dedicandosi a stupire accogliendo le richieste di questi viaggiatori
della velocità.
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Tra
le varie relazioni, ai mercati
si incontrano persone di etnia zingara.
Molte
volte mi è capitato, di discutere a Roma, riguardo la convivenza tra le etnie.
C'è molta frustrazione,
arrabbiatura, che sfocia nelle
esperienze negative e nel pregiudizio.
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Monika mi
ha regalato la sua esperienza, commentando come la relazione tra il
mercato e l'etnia sia difficoltosa, perchè molti zingari si dedicano
al furto, colpendo i banchi meno accorti.
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Lei non ha mai
avuto problemi, anzi li ha resi partecipi quando smontava gli
stand, ringraziandoli con il cibo più che con i soldi, stando
attenta a chiudere bene la merce, dormendo vicino ai suoi prodotti tra un giorno di mercato e l'altro.
Solitamente, dice, i commercianti più colpiti sono quelli distratti,
che abbandonano, anche per poco tempo, il banco con le monete sopra o
che non prestano attenzione alla messa in sicurezza della merce.
Non per discolpare
o incolpare nessuno, ma se conosci cosa puoi ricevere dall'altra
parte, se agisci con saggezza, senza colpevolizzare la
persona ma il fatto, puoi guardare oltre l'azione e arrivare,
se non all'umanità profonda, alle relazioni cordiali e di
condivisione.
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