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Osservazione, Sentimento, Bisogno,
Azione.
La
comunicazione non violenta
si basa su questi quattro pilastri, come viene citato nel libro “Le
parole sono finestre [oppure muri]”
di Marshall Rosenberg, basi che permettono di raggiungere una
maggiore relazione empatica con
noi stessi e gli altri.
L'empatia,
come la descrive nel libro, è una rispettosa comprensione
di ciò che gli altri provano.
Come quindi instaurarla nel dialogo,
come “evocarla”?
-OSSERVAZIONE
Prima
di tutto c'è l'osservazione.
Osservare
le azioni concrete che
influenzano il nostro benessere.
Domandiamoci:
“Che cosa osserviamo altre persone, dire o fare, che sta
arricchendo o non sta arricchendo la nostra vita?”
Per
fare un'esempio:
Valutazione o Giudizio: “Sei sempre in ritardo!”
Oggettività: “Ogni mattina, quando arrivi al lavoro, accumuli un ritardo dai 10 ai 20 minuti.”
Valutazione o Giudizio: “Sei sempre in ritardo!”
Oggettività: “Ogni mattina, quando arrivi al lavoro, accumuli un ritardo dai 10 ai 20 minuti.”
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-SENSAZIONE
Seconda
è la sensazione.
Domandiamoci:
“Come ci sentiamo in relazione a ciò che osserviamo?”
La
risposta a questa domanda ha bisogno di una definizione, di ciò che
è pensiero e ciò
che è sentire, due
termini che molto spesso confondiamo.
Ciò che pensiamo di essere: “Sono
un fallito.”
Ciò che è espressione dei
sentimenti veri: “Mi sento
insoddisfatto di me quando non riesco a completare un compito.”
ancora:
Ciò che attribuiamo agli altri
(interpretando le loro azioni): “Mi sento frainteso\ abbandonato\
sminuito\ intimidito ecc.” (tutte sensazioni personali la cui
origine attribuiamo agli altri)
Ciò che sentiamo (prendendoci
la responsabilità dei nostri sentimenti): “Mi sento a disagio
quando non riesco ad instaurare un dialogo aperto con te”
Ciò che gli altri fanno o dicono
può essere uno stimolo, ma non è mai la causa dei nostri
sentimenti.
Quando veniamo aggrediti o aggrediamo in una conversazione reagiamo in più modi, tra questi possiamo:
Quando veniamo aggrediti o aggrediamo in una conversazione reagiamo in più modi, tra questi possiamo:
-far brillare la luce della
consapevolezza sui nostri bisogni.
Es: “Quando ti sento dire che (osservazione)...mi
sento(sensazione)...perchè ho bisogno di..(bisogno)”
-far
brillare la luce della consapevolezza sui bisogni dell'altro. Es:
“Ti senti...perchè hai bisogno che...?”
-BISOGNO
Terzo
è il bisogno.
Scopriamo
quali bisogni, valori, desideri ecc, sono collegati (e creano) i
nostri sentimenti.
Domandiamoci:
“Siamo responsabili delle nostre azioni\intenzioni?”
Accettiamo la
nostra responsabilità, coscienti di non accettare la
responsabilità dei sentimenti altrui, per non rispondere al loro
bisogno di empatia a causa del senso di colpa\vergogna.
forze vaghe, impersonali (ho fatto questo perchè dovevo), la nostra condizione, storia personale e psicologica, azioni altrui, ordini d'autorità, pressioni del gruppo, politiche delle istituzioni\regolamenti, ruoli di genere sociale o d'età, impulsi incontrollabili.
Ultima l'azione.
Le azioni
concrete che desideriamo richiedere per arricchire la nostra
vita.
La risposta a
questa domanda ha bisogno di una distinzione tra pretesa e
richiesta.
Una pretesa
minaccia coloro a cui è rivolta, i quali, saranno puniti con
sensi di colpa o altri tipi di punizioni, se non si conformano ad
essa (come nel concetto di merito: alcune persone meritano una
ricompensa o una punizione)
Nella richiesta
evitate le domande vaghe, astratte o ambigue (“Vorrei che
passassi più tempo con me”) per rivolgervi ad una più dettagliata
(“Vorrei che la sera a cena mangiassimo insieme”).
Nella richiesta
comunicate prima i vostri bisogni e sentimenti che stanno alla
base delle richieste.
Nella richiesta
chiedete un riscontro all'altro (“Potresti dirmi cosa mi hai
sentito dire?”) per sapere quali sono esattamente le reazioni
dell'altro rispetto a ciò abbiamo detto, riguardo ai suoi
sentimenti, pensieri.
Nel domandare diamo empatia alle persone quando non obbediscono alle nostre
richieste mostrando comprensione di ciò che gli impedisce di
fare ciò che abbiamo richiesto.
Domandiamoci
quindi, qual'è il motivo della nostra richiesta?
La
conversazione, la relazione diviene così un percorso conoscitivo
verso noi stessi, le nostre interpretazioni, illusioni, ciò che
vive oltre la nostra costruzione della realtà.
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