Lorenzo minimizza lo spazio, sfruttando ogni singola vite o interstizio per organizzare il suo ambiente di lavoro.
Le forche, vanghe, rastrelli sono stivati
sulla parete in un ordine calcolato, gli oggetti di piccole dimensioni vengono raccolti in scatoline di cartone.
La quantità di materiale presente è tanta e lo spazioè sfruttato al massimo in nome dell'ordine e della praticità. Ogni cosa è
messa nel posto giusto, pronta all’uso.
In casa sua
regna l’arte del riuso, le superfici
verticali diventano posti polifunzionali
dove vengono appesi padelle, sottopiatti, coperchi.
Un’antica cucitrice singer diventa un tavolino, nel soggiorno dell’agriturismo fanno bella mostra di sé una vecchia stufa e una piccola fontanella con rubinetto (funzionante), nella cucina vicina si taglia il pane e il prosciutto con un’affettatrice simil anni ’50.
Il materiale considerato rifiuto ritorna ad essere oggetto
d’arredamento.
Prima di
dedicarsi all’orto è utile progettare gli spazi per un capannino degli attrezzi.
Gli strumenti da lavoro, se ben tenuti, durano molto più tempo.
Gli strumenti da lavoro, se ben tenuti, durano molto più tempo.
Sembra
scontato, ma alcune realtà visitate, colpite forse dalla malattia dolce
dell’entusiasmo, hanno fatto due passi
avanti senza fare il primo.
L’organizzazione è tutto.
E ogni spazio si lega indissolubilmente ad un altro, compenetrandosi e rendendosi utili a vicenda. Anche nella Permacultura questa è una delle regole d’oro.
E ogni spazio si lega indissolubilmente ad un altro, compenetrandosi e rendendosi utili a vicenda. Anche nella Permacultura questa è una delle regole d’oro.
Ogni ambiente o elemento dell’azienda è polifunzionale, se si progettano le zone di lavoro in maniera tale che l’una compenetri l’altra si risparmia molto tempo e si nutre la creatività coltivando il pensiero costante della formazione di un tutto unitario, formato da molti elementi.
L’azienda diventa un simbolo dell’unità
cosmica dove niente è fine a se stesso.
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