Poche parole
Uno degli insegnamenti più preziosi ricevuti è lo stare quotidianamente accorta riguardo l'equilibrio tra parola e azione.
Parlo sempre molto, di più di quello che ragionevolmente farei, o se vogliamo, cosa ancora peggiore, penso troppo, di più di quello che necessitano le azioni.
Poi le azioni arrivano, a volte scevre di un pensiero, che va a definirsi successivamente, a volte cariche di razionalità, quindi perdono la loro originale spontaneità.
E come dice Puphu : "A volte bene, a volte male"
Durante i lavori nell'orto capita, anche se per breve tempo a causa della mancanza di tempo, di scambiare due parole.
Anche se si fanno sentire di più le risate di Puphu, che accompagnano allegramente i suoi discorsi.
È più facile fermarsi due minuti dopo cena per lanciare la curiosità verso il Nepal, chiedendo degli usi, delle caste, del cibo, dell'agricoltura, della vita privata..
A qualche domanda la risposta arriva netta, saggia, come diviene saggio un pensiero quando si è caricato dell'esperienza di una vita.
Eppure.. Choki (un giorno imparerò a capire come si scrive nel nostro alfabeto) mi riporta agli insegnamenti più preziosi, quelli che mirano all'essenzialità, all'assenza di bramosia o di possesso.
"Poche parole meglio" perché dice, in uno scambio umano poche parole si trasmettono facilmente, penetrano nell'altro, lo arricchiscono senza fornirgli un sovrappiú inutile, un sovrappiú che facilmente verrà dimenticato.
Pensare, parlare, agire, come queste tre azioni e caratteristiche dell'uomo si compenetrano, operando tutte a formare l'uno.
E quando esse si muovono in perfetta armonia formano quel meraviglioso ingranaggio che restituisce all'uomo la sua divinità.
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