La raccolta delle olive
le olive |
Quest’anno
un mormorio continuo sulle sventure del tempo passa sulla bocca di ogni
agricoltore.
Gli uliveti, come le vigne, i pomodori e altre colture come il basilico, che abbisognano di molto sole e poca umidità, sono stati
messi a dura prova dalle piogge continue
e dagli sbalzi di temperatura.
La
sessantina di uliveti di Annapia erano stati recuperati, al
tempo dell’acquisto del terreno, in pessime condizioni e hanno subito negli
ultimi anni decise potature.
l'olio riversato |
Anche loro
hanno dato segnali di emergenza precoci così si è dovuta organizzare in
velocità una squadra di raccoglitori che in una giornata, grazie ai
pettini elettrici, hanno raccolto
tutto il raccoglibile.
La sera
stessa abbiamo portato i cinque quintali ca. di olive al frantoio viterbese
“Il Paradosso”.
Mario lo dirige insieme al figlio (che si cura della parte
amministrativa) e la moglie.
I suoi dipendenti indaffarati intorno ai
macchinari, sono immersi in un’aria pregna
dell’odore intenso dell’olio.
olive |
Le olive vengono separate dalle foglie,
arrivano alla macina che le frantuma
in una poltiglia distribuita su un
disco di fibra sintetica chiamato fiscola.
Le fiscole, pressate l’una sull’altra,
fanno scolare il liquido composto da una parte d’olio e una d’acqua; parti che,
grazie ad una centrifuga, vengono successivamente divise.
L’olio è riposto poi negli ziri, contenitori di metallo adatti allo scopo.
Mario con il suo entusiasmo viscerale,
quasi fosse un vaso pure lui, traboccante d’olio profumato, ci porta a vedere
come si faceva l’olio prima della venuta dell’elettricità.
Con la luce
della giovinezza negli occhi, ci indica la macina, azionata da forza animale,
le presse e le fiscole realizzate a
mano con fibra di cocco (Mario è uno degli ultimi contadini che
sa ancora come costruirne una), gli strumenti per costruire le corde di canapa e le foto della
famiglia che da generazioni si occupa della terra.
il vecchio frantoio |
Ci porta
nelle grotte, dove in tempi di
guerra si rifugiava insieme ai suoi cari durante i raid aerei.
L’umidità e
il freddo è intenso, la pietra pare viva o malinconicamente riservata nei suoi
ricordi, antica e severa, ora custodisce qualche artefatto di guerra, bossoli, maschere anti-gas, taniche tedesce e
americane.
In Mario si rincarnano, come scontrandosi
tra loro, le due parti di passato e
moderno, olio e acqua, che non mischiandosi mai, tendono alla legge di
gravità, portando poi a far passare l’acqua sul fondo, mentre un brivido d’olio
caldo scorre in superficie zampillando felice sul suo cuore contadino.
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