Come pulire casa senza scannarsi tra coinquilini
E’ un problema perenne, eterno, costante, indissolubile, che fa andare di matto ogni “bravo” studente quando sceglie di convivere in un appartamento con altre persone.
Puoi trovarti chi
lascia montagne di piatti da lavare, chi trasforma la sua camera in un bunker
con filo spinato al seguito, chi cucina pensando che l’olio sia alimento anche
per il mobilio, chi è abituato a pensare che la polvere è un soprammobile
ideale per ogni ambiente.
Come mettere d’accordo tutti sul turno pulizie?
In ogni foresteria, qui alla Nuova Terra, sono
nati metodi diversi per ovviare al problema.
Chi ha pensato di fare
una turnazione domenicale dove si
alternano le pulizie dell’intera casa a seconda del numero dei coinquilini, chi
ha deciso di puntare sulla maturità di
ognuno, dove in libertà e rispetto si gestiscono i propri spazi e quelli
altrui…ma!
Quando ti capita di
vivere in una casa dove passano molte persone e tutte con abitudini differenti,
può essere utile inventare un ulteriore, seppur razionale, schemino. Funziona così:
Si calcolano un ammontare di punti da distribuire per ogni
ambiente (stanze in
comune, corridoi e ingresso, terrazze ecc.) a seconda del grado di difficoltà della pulizia (calcolando superfici da pulire,
anfratti, grandezza della stanza).
In più ognuno si pulisce la propria camera e il bagno che
usa.
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Facciamo subito un pratico esempio:
-abbiamo una casa con
due “grossi” spazi in condivisione, la cucina
e il soggiorno. Come “grado sfida” mettiamo la prima 5 punti, il secondo 4
(pochi mobili, nessun anfratto).
-ai due atrii, scala e un ingesso daremo
rispettivamente ad ognuno: 1, 2 e 2 punti (2 perché l’atrio tende ad essere più
sporco degli altri ambienti).
In totale abbiamo 15 punti. Suddividiamo i punti per il
numero di inquilini presenti (facciamo 3) e avremo 5 punti ognuno.
Ovviamente ogni
settimana si possono fare diverse turnazioni sommando i vari punti, chi ha
fatto cucina la volta dopo può fare il soggiorno + un atrio o un atrio, la
scala e l’ingresso.
Pensare all’abitazione
come un’unità, una custodia per il
proprio corpo, che nella notte rimane nell’utero della casa, può aiutare a
comprendere come il prendersene cura sia
un’azione molto vicina al prendersi cura di sé stessi.
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